La seconda tappa del giro del mondo porta in Africa, Asia e Oceania, con l'aggiunta di una "fermata" nel mezzo dell'Oceano Pacifico, come rappresentante di tutti i mari del mondo. Si tratta di film diretti da registi del posto, ma anche e soprattutto da autori occidentali, che spesso rimangono affascinati da ambiente, colori, costumi e architettura che si discostano da quelli a cui sono abituati. Basti pensare a "Lost in translation", omaggio di Sofia Coppola alla città di Tokyo, in cui Bill Murray e Scarlett Johansson si aggirano spaesati tra ideogrammi incomprensibili e persone a cui non possono far altro che annuire sorridendo, a simboleggiare in modo tanto ironico quanto inequivocabile la loro incapacità di comunicare con chiunque se non tra di loro. Commedie, ma anche film drammatici, che spesso prendono spunto da situazioni reali. E allora, buona prosecuzione del giro del mondo in ottanta film.