Affido questo non breve libro all’attenzione dei lettori, poiché rappresenta un caso unico nel panorama delle conoscenze tramandateci sulle vite dei grandi personaggi della nostra cultura, e in particolare dei grandi musicisti e compositori delle epoche passate. L’unicità sta proprio nell’immediatezza, senza filtri e distorsioni, con cui il lettore è proiettato nella vita quotidiana del grande Beethoven e di chi lo circondava. Assistiamo, appunto, per quel strano meccanismo insito nella nascita dei Quaderni di conservazione, alle preoccupazioni giornaliere del compositore: lista delle spese, gli investimenti finanziari, l’ossessiva e permanente apprensione per il nipote Karl, il ricorrente pensiero di trovare un’altra sistemazione abitativa, la ricerca di nuove domestiche ecc. ecc.. Su queste faccende che pesano comunque sugli animi di ogni comune mortale, incombono poi le ansie e le apprensioni legate alla vita creativa di Ludwig. In primo piano l’incipiente difetto all’udito che si trasformerà in totale sordità, il disperato tentativo di nascondere la menomazione al vasto pubblico, il continuo esercizio della vena inventiva che si materializza in una miriade di schizzi compositivi, le discussioni sulle varie esecuzioni di opere proprie ed altrui nelle sale da concerto di Vienna e del resto d’Europa. Infine conosciamo attraverso i Quaderni pure la cerchia dei suoi più stretti amici ed ammiratori. Serate e pranzi nelle osterie con commenti benevoli o avvelenati su uomini e donne del mondo culturale di allora, sfoghi pericolosi contro la restaurazione politica in Europa ed infine scambi di novità librarie. I Quaderni lasciatici dal genio musicale di Bonn ci rendono partecipi degli avvenimenti, grandi o piccoli, della vita vissuta di un’intera città, della sua componente borghese ed di un artista come uomo, uomo che è una pietra miliare nella storia della musica classica occidentale. Basta girare la copertina e fargli compagnia.