Durante questo periodo di carnevale desideriamo proporvi tante letture che riguardano le “maschere” in tutte le sue sfumature. Le maschere e i travestimenti affascinano sempre molto sia gli adulti, che i più giovani.
In questo percorso trovate letture che offrono un excursus storico sulla maschera nelle varie culture, a teatro o al circo, storie giocose e colorate, scherzi e avventure carnevalesche, libri con tante idee per trovare l’ispirazione giusta su vestiti, parrucche e maschere da creare; libri su Venezia, famosa in tutto il mondo e considerata la città delle maschere per eccellenza; storie sulle maschere più amate come Arlecchino, Pulcinella o Pantalone; non mancano inoltre storie che affrontano il tema del travestimento nei suoi aspetti psicologici ed emotivi. Sappiamo infatti che il gioco del travestimento è consueto fra i bambini e viene incoraggiato anche nelle scuole dell’infanzia. E come ci ricorda anche Gianni Rodari nel suo brano nella Grammatica della fantasia, il mascheramento è importante non solo a carnevale, offre ai più piccoli la possibilità di identificarsi con gli altri, stimolandoli a intraprendere un percorso di costruzione della propria di identità, ad accettare liberamente le proprie emozioni e a sviluppare le proprie capacità espressive ed empatiche.
“Tutti i bambini giocano a mettersi le scarpe del padre e della madre. Per essere «loro». Per essere più alti. Ma anche, più semplicemente, per essere «altri». Il gioco del travestimento, a parte la sua importanza simbolica, è sempre divertente per gli effetti grotteschi che ne nascono. È teatro: mettersi nei panni degli altri, mettersi in una parte, inventarsi una vita, scoprire nuovi gesti. Peccato che, di regola, sia permesso ai bambini solo di carnevale mascherarsi, indossare la giacca del padre, una sottana della nonna. Ci dovrebbe sempre essere, in casa, un cestone di abiti smessi a disposizione del gioco del travestimento. Nelle scuole per l’infanzia di Reggio Emilia non c’è solo un cestone, per questo, ma un intero guardaroba. A Roma, al mercato di via Sannio, si vendono ogni sorta di costumi, abiti da sera,
residuati della moda: è li che andavamo, quando nostra figlia era piccola, a rifornire il cestone suddetto.
Alle sue amiche piaceva la nostra casa proprio per via del cestone suddetto.
Alle sue amiche piaceva la nostra casa proprio per via del cestone.”
(tratto da brano <<Luce>> e <<scarpe>>, p. 25, in La grammatica della fantasia, Gianni Rodari)
Carnevale
ogni scherzo vale.
Mi metterò una maschera
da Pulcinella
e dirò che ho inventato
la mozzarella.
Mi metterò una maschera
da Pantalone
dirò che ogni mio sternuto
vale un milione.
Mi metterò una maschera
da pagliaccio
per far credere a tutti che il sole è di ghiaccio.
Mi metterò una maschera
da imperatore,
avrò un impero
per un paio d’ore:
per volere mio dovranno
levarsi la maschera
quelli che la portano
ogni giorno dell’anno.
E sarà il Carnevale
più divertente
vedere la faccia vera
di tanta gente.
(Scherzi di carnevale, di Gianni Rodari)