Il lupo è fra i più antichi animali entrati nella storia e nella letteratura. Dalla lupa capitolina che allattava Romolo e Remo al “Superior stabat lupus …” di Esopo, dalle feste dei lupercali romani alle divinità dei paesi nordici con la saga di Beowulf, il lupo è presente come nemico (ma sovente anche come aiuto) dell’uomo. Il Medioevo non lo dimentica: San Francesco lo ammanisce, il poeta François Villon lo ricorda con un bellissimo verso per i lunghi inverni di fame: Sur le Nöel, morte saison Que le luops se vivent de vent (verso il Natale, morta stagione, quando i lupo vivono di vento). Non è inoltre casuale che tuttora si dica comunemente “ho una fame da lupo”. L’animale è usato in senso metaforico in una delle fiabe più antiche, Cappuccetto rosso, nelle due versioni tramandateci da Perrault (unica fiaba della sua raccolta che non ha un lieto fine) e dai Grimm (con l’aggiunta di un cacciatore che accomoda tutto e uccide il lupo). Meno famosa, la fiaba de Il lupo e i sette capretti resta come base di quella più recente, e molto nota (anche grazie a Walt Disney) de I tre porcellini. Le fiabe rimangono comunque sempre alla base della narrativa per i bambini più piccoli, e il lupo, come protagonista, è sempre attuale. Nella letteratura contemporanea per l’infanzia merita attenzione particolare la raccolta dei racconti di Bruno Munari Cappuccetto rosso, verde, giallo, blu e bianco […]. In essi, sul leitmotiv della fiaba classica, le vicende vengono trasformate in un mondo contemporaneo o magico secondo schemi attuali. Appassionato di lupi è certamente Tony Ross, noto soprattutto come illustratore, ma anche autore di testi di grande interesse. Già nel suo Cappuccetto rosso Ross propone alcune varianti inattese: la bambina gira per il bosco in bicicletta, il taglialegna (il cacciatore, in periodo di problemi ecologici, non è più attuale) è il padre di Cappuccetto e il lupo, diventato vegetariano, coltiva il suo orto con le patate. Ma Ross ha scritto e illustrato anche un indimenticabile Al lupo al lupo, sulla base del vecchio racconto popolare “L’uomo che gridava al lupo” ma con protagonista un bambino le cui vicende assumono una dimensione del tutto imprevista. Ormai animale in via di estinzione, il lupo resta nella tradizione fiabesca un protagonista ancora attuale perché la paura che i nostri antenati avevano di lui è rimasta sempre ancestralmente radicata anche nelle generazioni di oggi, che pur non hanno visto e non vedranno mai un lupo se non in qualche documentario televisivo che parla della sua possibile salvezza. Anche per i ragazzi già in grado di leggere e di apprezzare direttamente un testo di narrativa, il tema del lupo è molto spesso presente. Certamente il romanzo più noto è quello di Daniel Pennac L’occhio del lupo, dove il rapporto fra l’animale chiuso dietro le sbarre dello zoo e il ragazzo che gli diventa amico diventa un aspetto emblematico del nostro vivere quotidiano. Anche Guido Quarzo, con L’ultimo lupo mannaro in città affronta un tema attuale, ma il suo racconto richiede una certa esperienza di vita per venir apprezzato come merita. Buon successo ha avuto inoltre L’ultimo lupo di Mino Milani, scrittore e insieme sensibile alle più moderne istanze ecologiste. Il lupo non è quindi scomparso dalla letteratura per bambini e ragazzi. Anzi […] resta un protagonista sempre molto vivace, sia per i suoi aspetti positivi (naturalistici) che per quelli negativi (la paura nella fiaba).
L’articolo di Roberto Denti è stato pubblicato sulla rivista Liber (n. 29, 1995-1996).
Nello stesso numero c’è un Dossier dedicato al lupo.