Alamo è un libro di Paco Ignacio Taibo II, scrittore, giornalista, saggista ed attivista spagnolo naturalizzato messicano. È indagando le vicende messicane che precedettero la Rivoluzione del 1910, per scrivere la sua biografia di Pancho Villa, che l'autore si è imbattuto nella battaglia di Alamo e ha scoperto come un evento tutto sommato minore sia stato trasformato, anche manipolando la realtà e grazie alla
straordinaria macchina dell’immaginario di Hollywood, in un vero e proprio mito.
Alamo:
un nome che evoca un'epopea, un capitolo eroico nella vicenda della nazione americana, colta nel momento della sua espansione. Per coloro che sono cresciuti quando ancora il cinema western parlava all'immaginario dei ragazzi, Alamo ricorda un kolossal di più di cinquant'anni fa, voluto, diretto e interpretato da John Wayne, che vi impersonava una figura emblematica della frontiera e del suo mito come Davy Crockett. Ma qual è la storia vera del fortino di Alamo e della sua resistenza alle truppe messicane del "generalissimo" Santa Anna, che l'assediarono e ne sterminarono la piccola guarnigione nel 1836, senza riuscire a stroncare l'autonomia del Texas? Essa è molto più prosaica della leggenda costruita dalla potenza comunicativa di Hollywood, che ha trasformato un manipolo di avventurieri, spesso senza scrupoli, in una schiera eletta di combattenti per la libertà (quando in realtà volevano riportare la schiavitù nel Texas, dopo che già il Messico l'aveva abolita). A ripristinare la verità ci pensa ora un versatile poligrafo come Paco Ignacio Taibo II, autore di un libro di efficace e godibilissima divulgazione storica.
(di Giuseppe Berta, L'espresso, 12/10/2012)