Mary Leakey, all’anagrafe Mary Douglas Nico, nacque a Londra
il 6 febbraio 1913.
Suo padre, Erskine Nicol, fu un pittore di paesaggi abbastanza
conosciuto all’epoca e
non ebbe mai una
dimora fissa. Mary spese la sua infanzia al seguito del padre che la portò nei
maggiori paesi d'Europa stabilendosi a lungo a Dordogne e a Les Eyzies, regioni
francesi ricche di siti archeologici e di testimonianze preistoriche, soggetti
da cui Mary fu attirata fin dal principio.
Le cose cambiarono nel 1926, quando il padre morì. La madre
decise di trasferirsi a Londra e il girovagare della giovane Mary finì. A Londra Mary venne iscritta ad una scuola
cattolica; ma fu ripetutamente espulsa per via del suo carattere tutt’altro che
tranquillo.
Nel 1930 intraprese studi universitari di archeologia e
biologia presso l’università londinese, specializzandosi in paleoantropologia e
lavorando come illustratrice scientifica. Le uniche cose che destarono il suo interesse in quel periodo furono gli scavi archeologici e il mondo della Preistoria.
La prima occasione per mettere alla prova quello che aveva imparato, si
verificò quando la dottoressa Gertrude Cantone-Canton-Thompson le chiese di
illustrare il suo libro "Il deserto di Fayoum". Fu la stessa dottoressa a farle conoscere nel
1933 Louis Leakey, il quale stava a sua volta lavorando ad un progetto
dell'Istituto Reale. Louis pensò di coinvolgere Mary in una delle sue imprese,
così i due partirono per l'Africa (precisamente Gola di Olduvai, nel nord della Tanzania) per un
periodo di studi, dove i due cominciarono una vera e propria relazione. Louis ottenne il
divorzio dalla sua prima moglie e sposò Mary verso la fine del 1936.
Le inclinazioni al tradimento di lui li allontanarono
progressivamente e dagli anni Sessanta lei divenne la principale responsabile
delle ricerche nella Gola di Olduvai.
La loro attività da quel momento si fece frenetica, in un turbinio di scavi e di
scoperte antropologiche: la prima grande scoperta archeologica di Mary fu nel
1948. L’archeologa trovò un parziale teschio fossile di Proconsul
Africanus. Questa scoperta fu straordinaria: il cranio fossile, ad analisi
dell’epoca, fu posto in scala cronologica molto prima di 18 milioni di anni fa.
Era il primo esemplare di specie ominide risalente all’epoca del Miocene ed estinto in tale epoca.
Dalla metà degli anni sessanta, la donna si trasferì in
pianta stabile nella Gola di Olduvai, in Tanzania, dove visse spesso sola, mentre il marito lavora ad altri
progetti.

Nel 1974 iniziò gli scavi nelle vicinanze di Laetoli,
progetto che le fece guadagnare un posto negli annali della storiografia
scientifica.
Mary si ritirò dall'attività sul campo nel 1983,
trasferendosi a Nairobi, dove morì il 9 dicembre 1996 all'età di 83 anni.
Malgrado fosse la moglie del famoso e carismatico Louis
Leakey, Mary riuscì a diventare famosa per propri meriti e non visse all'ombra del marito. Divenne una delle figure
di spicco della paleoantropologia, nonostante il fatto che non si fosse mai laureata, per
l’intuito fuori dal comune. A fine carriera ricevette molti premi e lauree ad
honorem.
Ancora oggi la missione è portata avanti dal figlio Richard,
che ha seguito le orme dei genitori pubblicando negli anni articoli e opere
scientifiche di rilievo e prestando in prima persona il suo impegno politico
per il Kenya, paese in cui vive e da cui la specie umana ha avuto origine.
Scoperte archeologiche
Nel luglio1959 Mary
fece un ulteriore passo avanti nel mistero dell’evoluzione umana: trovò un
parziale teschio di un antico ominide. L’esemplare
di teschio fu chiamato, inizialmente, Zinjanthropus
boisei ; successivamente Australopithecus
boisei (semplicemente Ziny), in onore di Charles Boysey finanziatore
dell’impresa. Il sistema di datazione potassio-argo, applicato alle ceneri vulcaniche,
gli assegnò un'età di un milione e
ottocentomila anni. L’esemplare di teschio possedeva una piccolo cervello, ma
una dentatura e bocca più grandi rispetto al precedente teschio e una grande muscolatura
posizionata nella parte superiore del cranio.
Alla metà degli anni ’60 il team Leakey fece un ulteriore
scoperta: quattro fossili di Homo habilis, chiamato così per la sua capacità
di scheggiare ciottoli. I reperti consistono in frammenti di 4 crani, che furono chiamati
"Cindy", "George", "Johnny" e "Twiggy".
I resti sono incompleti, ma il grande lavoro di ricostruzione evidenzia una
capacità cranica di 650 centimetri cubi, decisamente superiore ai coetanei
Australopithecus gracilis e robustus con cui l'ominide ha convissuto. I quattro
fossili furono datati attorno all’epoca del Pleistocene Gelasiano (compreso tra
2,588 e 1,806 milioni di anni fa).
Nel 1974, quando iniziò gli scavi presso Laetoli, l'antropologa
scoprì le impronte di ominidi risalenti a più di 3,5 milioni di anni fa,
fossilizzate su materiali vulcanici. Queste impronte, divenute celebri come la
"passeggiata dei Laetoli",
furono straordinarie perché rivelarono una postura bipede eretta analoga alla
nostra. Inoltre dall'esame delle impronte risultò che questi esseri erano bipedi già da molto
tempo. Di conseguenza tutte le teorie secondo le quali i primi ominidi
avrebbero assunto la posizione eretta in seguito a un forte sviluppo cerebrale
per poter utilizzare meglio i primi utensili furono destinate a crollare una
dopo l'altra. Quando comparirono i primi strumenti di pietra, dunque, i nostri
antenati erano in piedi da almeno un milione e mezzo di anni. La
"passeggiata di Laetoli" fu dichiarata patrimonio dell'Umanità e nel 1996
fu completato un programma per la sua conservazione. Alla cerimonia per il
completamento del programma, tenutasi nell'agosto del 1996 in presenza delle
tribù Masai della zona, l'ormai anziana Mary Leakey fu presente.
Frasi celebri
“Le teorie vanno e vengono, ma i dati essenziali rimangono
sempre gli stessi.”
“Preferisco essere in una tenda che in una casa.”
“Il primo denaro che io abbia mai guadagnato fu per
disegnare strumenti di pietra.”
“Ho scavato. Ero curiosa. Mi piaceva disegnare ciò che
trovavo.”
“Riesci a trovare quello che stai cercando, in realtà, se la
verità è nota.”
“In sostanza, sono stata spinta dalla curiosità.”
“Non ho mai sentito l'interpretazione come il mio lavoro.”