Mary Leakey

La passione per le origini

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Ultimo aggiornamento: 08/01/2021
Mary Leakey, all’anagrafe Mary Douglas Nico, nacque a Londra il 6 febbraio 1913.

 

Suo padre, Erskine Nicol, fu un pittore di paesaggi abbastanza conosciuto all’epoca e  non ebbe mai una dimora fissa. Mary spese la sua infanzia al seguito del padre che la portò nei maggiori paesi d'Europa stabilendosi a lungo a Dordogne e a Les Eyzies, regioni francesi ricche di siti archeologici e di testimonianze preistoriche, soggetti da cui Mary fu attirata fin dal principio.

 

Le cose cambiarono nel 1926, quando il padre morì. La madre decise di trasferirsi a Londra e il girovagare della giovane Mary finì. A  Londra Mary venne iscritta ad una scuola cattolica; ma fu ripetutamente espulsa per via del suo carattere tutt’altro che tranquillo.

Nel 1930 intraprese studi universitari di archeologia e biologia presso l’università londinese,  specializzandosi in paleoantropologia e lavorando come illustratrice scientifica.  Le uniche cose che destarono  il suo interesse in quel periodo furono  gli scavi archeologici e il mondo della Preistoria. La prima occasione per mettere alla prova quello che aveva imparato, si verificò quando la dottoressa Gertrude Cantone-Canton-Thompson le chiese di illustrare il suo libro "Il deserto di Fayoum".  Fu la stessa dottoressa a farle conoscere nel 1933 Louis Leakey, il quale stava a sua volta lavorando ad un progetto dell'Istituto Reale. Louis pensò di coinvolgere Mary in una delle sue imprese, così i due partirono per l'Africa  (precisamente  Gola di Olduvai, nel nord della Tanzania) per un periodo di studi, dove i due cominciarono  una vera e propria relazione. Louis ottenne il divorzio dalla sua prima moglie e sposò Mary verso la fine del 1936.

Le inclinazioni al tradimento di lui li allontanarono progressivamente e dagli anni Sessanta lei divenne la principale responsabile delle ricerche nella Gola di Olduvai.

La loro attività da quel momento si fece  frenetica, in un turbinio di scavi e di scoperte antropologiche: la prima grande scoperta archeologica di Mary fu nel 1948. L’archeologa trovò un parziale teschio fossile  di Proconsul Africanus. Questa scoperta fu straordinaria: il cranio fossile, ad analisi dell’epoca, fu posto in scala cronologica molto prima di 18 milioni di anni fa. Era  il primo esemplare  di specie ominide  risalente all’epoca  del Miocene ed estinto in tale epoca.

Dalla metà degli anni sessanta, la donna si trasferì in pianta stabile nella Gola di Olduvai, in Tanzania, dove visse  spesso sola, mentre il marito lavora ad altri progetti.

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Nel 1974 iniziò gli scavi nelle vicinanze di Laetoli, progetto che le fece guadagnare un posto negli annali della storiografia scientifica.

Mary si ritirò dall'attività sul campo nel 1983, trasferendosi a Nairobi, dove morì il 9 dicembre 1996 all'età di 83 anni.

Malgrado fosse la moglie del famoso e carismatico Louis Leakey, Mary riuscì a diventare famosa per propri meriti e non visse  all'ombra del marito. Divenne una delle figure di spicco della paleoantropologia, nonostante  il fatto che non si fosse mai laureata, per l’intuito fuori dal comune. A fine carriera ricevette molti premi e  lauree ad honorem.

Ancora oggi la missione è portata avanti dal figlio Richard, che ha seguito le orme dei genitori pubblicando negli anni articoli e opere scientifiche di rilievo e prestando in prima persona il suo impegno politico per il Kenya, paese in cui vive e da cui la specie umana ha avuto origine.

Scoperte archeologiche

Nel luglio1959 Mary fece un ulteriore passo avanti nel mistero dell’evoluzione umana: trovò un parziale teschio di un antico ominide.  L’esemplare di teschio fu chiamato, inizialmente, Zinjanthropus boisei ; successivamente Australopithecus boisei  (semplicemente Ziny),  in onore di Charles Boysey finanziatore dell’impresa. Il sistema di datazione potassio-argo, applicato alle ceneri vulcaniche, gli assegnò  un'età di un milione e ottocentomila anni. L’esemplare di teschio possedeva una piccolo cervello, ma una dentatura e bocca più grandi rispetto al precedente teschio e una grande muscolatura posizionata nella parte superiore del cranio.

Alla metà degli anni ’60 il team Leakey fece un ulteriore scoperta: quattro  fossili di Homo habilis, chiamato così per la sua capacità di scheggiare ciottoli. I reperti consistono in  frammenti di 4 crani, che furono chiamati "Cindy", "George", "Johnny" e "Twiggy". I resti sono incompleti, ma il grande lavoro di ricostruzione evidenzia una capacità cranica di 650 centimetri cubi, decisamente superiore ai coetanei Australopithecus gracilis e robustus con cui l'ominide ha convissuto. I quattro fossili furono datati attorno all’epoca del Pleistocene Gelasiano (compreso tra 2,588 e 1,806 milioni di anni fa).

Nel 1974, quando iniziò gli scavi presso Laetoli, l'antropologa scoprì le impronte di ominidi risalenti a più di 3,5 milioni di anni fa, fossilizzate su materiali vulcanici. Queste impronte, divenute celebri come la "passeggiata dei Laetoli", furono straordinarie perché rivelarono una postura bipede eretta analoga alla nostra. Inoltre dall'esame delle impronte risultò  che questi esseri erano bipedi già da molto tempo. Di conseguenza tutte le teorie secondo le quali i primi ominidi avrebbero assunto la posizione eretta in seguito a un forte sviluppo cerebrale per poter utilizzare meglio i primi utensili furono destinate a crollare una dopo l'altra. Quando comparirono i primi strumenti di pietra, dunque, i nostri antenati erano in piedi da almeno un milione e mezzo di anni. La "passeggiata di Laetoli" fu  dichiarata patrimonio dell'Umanità e nel 1996 fu completato un programma per la sua conservazione. Alla cerimonia per il completamento del programma, tenutasi nell'agosto del 1996 in presenza delle tribù Masai della zona, l'ormai anziana Mary Leakey  fu presente.

Frasi celebri

“Le teorie vanno e vengono, ma i dati essenziali rimangono sempre gli stessi.”
“Preferisco essere in una tenda che in una casa.”
“Il primo denaro che io abbia mai guadagnato fu per disegnare strumenti di pietra.”
“Ho scavato. Ero curiosa. Mi piaceva disegnare ciò che trovavo.”
“Riesci a trovare quello che stai cercando, in realtà, se la verità è nota.”
“In sostanza, sono stata spinta dalla curiosità.”
“Non ho mai sentito l'interpretazione come il mio lavoro.”

 

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