Le incisioni o stampe artistiche seriali, hanno avuto diffusione fin dai tempi antichi stampando immagini su supporti diversi soprattutto tessuti. Con la diffusione della carta, l’avvento della stampa e le innovazioni dei torchi, anche le immagini stampate ebbero una grandissima diffusione non solo come accompagnamento al testo stampato ma ebbero un loro mercato dedicato. La riproducibilità dell’immagine in molte copie permetteva un’ampia resa e diffusione dovuta anche alla facilità con cui potevano essere trasportate.
Molti artisti si sono cimentati direttamente nell’arte della stampa creando le immagini secondo la tecnica più funzionale all’idea della resa finale. In ogni epoca troviamo artisti come Durer, Rembrant, Piranesi, Picasso, fino ad arrivare alle moderne opere serigrafiche di Warhol, ma spesso le stampe possono essere firmate da due nomi diversi: l’autore disegnatore e l’incisore, ovvero il professionista che trasferiva l’immagine sulla lastra.
Il secolo scorso ha avuto innovazioni tecniche, economiche e sociali come mai prima d'ora ma il secolo veloce, nella sua fretta, ha dimenticato di perpetuare la memoria di tante attività che sono scomparse. Tra queste il pertegante, ovvero il mercante di stampe che girava a piedi l’Italia e l’Europa aiutandosi con un bastone, il pertego appunto, e una cassetta di legno sulle spalle dove conteneva immagini di ogni tipo riposte con cura per preservarle dalle avversità meteorologiche. Le stampe artistiche sono state d'uso comune anche tra la popolazione meno abbiente che, non potendo permettersi costose opere d'arte, voleva comunque avere in casa un'immagine sacra a cui rivolgersi, o un abbellimento oppure, per i più attenti alla politica, l'immagine del sovrano di turno. I formati variavano a seconda che si volessero delle opere da appendere o da conservare nel privato come accadeva per i santini, ovvero piccole immagini a carattere religioso da conservare nel breviario o da portare sempre con sé come protezione.
Il lavoro dei mercanti era importantissimo anche per divulgare le nuove tendenze e far conoscere veramente a tutti, compreso il popolo, i capolavori dei grandi artisti. Spesso, ma non sempre, le stampe erano la trasposizione grafica di quadri, statue, elementi architettonici e manifestazioni artistiche. A seconda del target di persone a cui erano destinate, la qualità delle stampe variava molto cosi come la qualità della carta.
Le stampe più preziose venivano acquistate da nobili e borghesi che potevano ammirarle o farle ammirare ai loro ospiti. Conservate talvolta in raccolte rilegate, nell’ampia varietà di stampe che si possono ancor oggi ammirare, troveremo stampe di alta fattura eseguite su carta contenente filigrana o marchi a secco appartenenti alla cartiera d’origine, che attestano il particolare pregio del supporto di stampa. La tiratura di stampa era solitamente limitata per non scadere qualitativamente con il consumarsi della matrice.
Ai meno abbienti erano destinate stampe economiche solitamente di piccolo formato, create in velocità con pochi tratti poco curati, la cui alta tiratura logorava le matrici rendendo il risultato ancora meno apprezzabile. Talvolta il disegno della matrice veniva modificato per formare serie diverse o modifiche all’originale. Gli stampatori più importanti una volta finito la tiratura desiderata e quando avevano ormai consumato le matrici, potevano anche rivenderle a stampatori minori che, dopo le opportune modifiche, potevano riutilizzarle per altre serie di qualità più scadente.
Ma oltre alla trasposizione dei grandi capolavori, troviamo una grande varietà di immagini adatte al gusto e alla vivacità della vita popolare. Non mancano, anzi abbondano le immagini di caricature di personaggi famosi, scherzi, giochi, immagini tradizionali di sagre o attività contadine o artigianali che spesso venivano esposte anche nelle botteghe che svolgevano l'attività illustrata. A volte capitava anche che oltre lo scherzo e la malizia, si nascondessero intenzioni più polemiche e sovversive, esternando messaggi ambigui o talvolta fin troppo palesi soprattutto verso le istituzioni, il potere politico o religioso. Nel periodo dell'inquisizione ogni messaggio di questo tipo veniva duramente condannato senza tuttavia riuscire ad arginare il fenomeno.
Una divulgazione rapida e immediata basata sull’immagine permetteva anche ai molti analfabeti di comprendere anche i messaggi sottintesi dell’immagine. La stampa diventa quindi anche strumento di divulgazione.
Uno degli incisori più importanti è sicuramente Albrecht Dürer. Vissuto a cavallo tra il ‘400 e il ‘500, oltre alla pittura si dedicava anche all’arte incisoria utilizzando varie tecniche e realizzando capolavori assoluti molto dettagliati. I temi trattati spaziavano dai soggetti sacri, mitologici, allegorici, carri trionfali, o più realistici come figure di contadini, animali, stemmi familiari.

Una menzione particolare è sicuramente dovuta a Jacopo de Barbari per la sua “Veduta di Venezia” esposta al Museo Correr di Venezia. La veduta intera che reca stampata la data 1500 è di grandissime dimensioni, ben 134,5 x 282 cm e si compone di sei fogli affiancati ricchissimi di dettagli architettonici e particolari. L’eccezionalità della mappa è dovuta al punto di vista “a volo d’uccello”. Era infatti all’epoca impossibile vedere Venezia da una tale angolazione. Quindi la veduta è stata creata attraverso da ricostruzione di un’attenta mappatura degli edifici e dagli studi prospettici ricavati dai numerosi campanili presenti in città. La mappa è un’importante testimonianza della Venezia scomparsa, con il Ponte di Rialto ancora in legno, i granai che si affacciano in bacino e la cima del campanile di San Marco in fase di costruzione.

Durante il periodo delle grandi scoperte ed esplorazioni intercontinentali, erano diffuse immagini esotiche, con costumi tipici dei vari popoli e tribù o animali particolari.
Gli artisti spesso proponevano vere e proprie raccolte basate su una determinata tematica. Tra le più curiose e fantasiose si può inserire il lavoro di G.B.Piranesi che con le sue “Carceri” crea dei disegni arditi, che risultano opprimenti nonostante l’ampiezza degli spazi. Il modo di utilizzare scale e diagonali come linee costruttive, verranno riprese da un altro grande incisore del secolo scorso: Maurits Cornelis Escher, che le esaspererà fino a trascendere la realtà. Piranesi a distanza di secoli continua ad essere anche in tempi moderni una forma d’ispirazione. Alcune immagini con scale mobili e ponti levatoi portano alla memoria anche le immagini del castello di Hogwarts di Harry Potter.


(fonte immagine:www.artribune.com)
Nel periodo del Gran Tour erano una forma diffusa di souvenir, che rappresentavano scorci più o meno realistici del territorio. Di particolare pregio e interesse per la Riviera del Brenta sono le vedute di Giovanni Francesco Costa che nelle sue incisioni contenute nella raccolta “Delizie del fiume Brenta”, edito per la prima volta nel 1750, ripercorre il fiume immortalando come in una fotografia moderna, le ville che si affacciano sulla riva. Il lavoro del Costa è divenuto un essenziale documento che attesta come fossero gli edifici al suo tempo e evidenza eventuali modifiche successive.

Dopo alcuni decenni bui, l'attività di stampa è stata ripresa dagli artisti della seconda metà del secolo scorso, utilizzando anche tecniche e materiali innovativi. Uno dei riferimenti più noti sono forse le acqueforti di Picasso. In questo caso, però, l'opera diventa comunque elitaria essendo le stampe eseguite in tirature limitate, numerate e firmate. Seppur potenzialmente riproducibile in serie e seguendo i nuovi canoni che vedevano nella riproducibilità dell'opera d'arte un valore e non un limite. Le moderne forme di stampa artistica si allontanano dall'iniziale funzione di diffusione di un messaggio alla massa.

(fonte immagine:www.artribune.com)
LE TECNICHE PRINCIPALI
Le tecniche incisorie sono varie e sono più o meno utilizzate a seconda del momento storico e della resa artistica che si vuole ottenere. Tutte si basano sul procedimento di composizione di un disegno eseguito su una matrice, che una volta inchiostrata e inserita in un torchio verrà pressata trasferendo l’immagine sulla carta. L’artista può creare l’immagine direttamente sulla matrice o ricavarla da disegni preparatori tenendo conto che l’immagine una volta stampata risulterà capovolta a specchio.
Ci sono diverse tecniche di trasferimento da una superficie all’altra. Le principali sono:
Acquaforte
La lastra metallica che compone la matrice intatta viene ricoperta da uno strato protettivo (un tempo veniva utilizzata la cera, in tempi più moderni invece un inchiostro di colore scuro) su cui verrà inciso con una punta il disegno, eliminando solamente lo strato protettivo e lasciando scoperte le parti metalliche che saranno successivamente intaccate da un acido, chiamato in latino aqua fortis, che formerà il solco sulla lastra. La durata del tempo d’azione dell’acido formerà solchi più o meno profondi che si tradurranno sul foglio in linee più o meno decise. Rispetto ad altre tecniche che prevedono un’incisione meccanica della lastra, il segno sarà leggermente più tremulo e meno netto.
Bulino
Il disegno viene inciso direttamente su una lastra metallica che diventerà la matrice, attraverso delle punte simili a piccoli scalpelli, la cui estremità può variare da arrotondata a piatta a seconda dell’effetto che si vuole creare. Una volta inchiostrata la lastra e pressata sul foglio, il segno grafico appare preciso, definito e senza sbavature.
Litografia
Il disegno viene realizzato direttamente su una matrice di pietra, utilizzando delle “matite” e strumenti a pasta grassa idrorepellenti. Trattando opportunamente la lastra con acqua che verrà trattenuta dalle parti non disegnate e respinta dalle parti disegnate, si procede poi a stendere un inchiostro anch’esso idrorepellente che verrà assorbito solo dalle parti disegnate. Il grande vantaggio è quello di poter ottenere in un unico procedimento stampe con più colori assieme. La litografia verrà utilizzata nel XX secolo
Xilografia
L’incisione avviene tramite bulini su matrici lignee composte anche forme posizionate ad incastro seguendo le venature naturali del legno. Rispetto agli altri tipi di incisione dove è la parte scavata ad assorbire l’inchiostro e formare poi la linea del disegno. Nella xilografia sono le parti in rilievo ad essere inchiostrate e trasferite sul foglio. E’ una tecnica più antica rispetto alle precedenti che verranno preferite già dall’inizio del 1500, in quanto il legno si deteriora più velocemente rispetto al metallo ed era più soggetto a spaccature sotto la pressione del torchio.