Franca Viola

Emblema dell'emancipazione femminile

Sei in: Articoli
Ultimo aggiornamento: 30/08/2022

«Non fu un gesto coraggioso. Ho fatto solo quello che mi sentivo di fare, come farebbe oggi una qualsiasi ragazza: ho ascoltato il mio cuore, il resto è venuto da sé. Oggi consiglio ai giovani di seguire i loro sentimenti; non è difficile. Io l'ho fatto in una Sicilia molto diversa; loro possono farlo guardando semplicemente nei loro cuori.»
(Franca Viola intervistata da Riccardo Vescovo)


Nata ad Alcamo, in Sicilia, nel 1947. Nel 1965, all'età di diciassette anni, viene rapita da una dozzina di giovani guidati dal ragazzo con cui aveva precedentemente rotto il fidanzamento. Durante il sequestro, che dura circa una settimana, la ragazza viene violentata, così da costringerla ad accettare un matrimonio che né lei né la sua famiglia vogliono accettare.
Era l'Italia pre-'68, l'Italia del "Divorzio all'italiana" portato sul grande schermo da Pietro Germi, l'Italia in cui lo stupro era oltraggio alla morale e non reato contro la persona. Ed era l'Italia in cui le ragazze a cui capitava quanto successo a Viola finivano per sposare il loro stupratore, così da salvare l'onore familiare e quello proprio, e non essere additate come "svergognate" e di conseguenza rimanere nubili a vita. Franca, con l'appoggio della famiglia, rifiutò il "matrimonio riparatore" proposto dal suo rapitore, lo denunciò facendolo arrestare. Il giovane, appartenente ad una famiglia mafiosa locale, sarà condannato a una decina d'anni di reclusione.

All'epoca, l'articolo 544 del codice penale, recitava: "Per i delitti preveduti dal capo primo e dall'articolo 530, il matrimonio, che l'autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l'esecuzione e gli effetti penali". Perciò, in caso di matrimonio il reato era considerato estinto.

Il caso di Franca Viola suscitò ampi ed accesi dibatti e provocò alcune interpellanze parlamentari. L'articolo 544 del codice penale, sarà abrogato solamente nel 1981, e solamente nel 1996 lo stupro sarà legalmente riconosciuto in Italia non più come un reato "contro la morale", bensì come un reato "contro la persona". Al di là delle conseguenze penali, l'influenza del coraggioso gesto di rifiuto compiuto all'epoca da Franca Viola è incalcolabile: il suo fu solo il primo di molti altri "No".

Oggi Franca Viola vive ancora ad Alcamo, quando per strada incrocia qualcuno dei sui rapitori, sono loro ad abbassare lo sguardo. Si è sposata nel 1968 con un concittadino amico d'infanzia da cui ha avuto due figli. Nel 2014 il Presidente della Repubblica l'ha insignita dell'onoreficenza di Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.


Per saperne di più


Documentario "Una regina senza re. Franca Viola" (Regia di Luisa Cicognetti) Istituto Storico Parri Emilia-Romagna

  

Bibliografia

Dire o tacere in Sicilia : viaggio alle radici dell'omertà, di Maria Pia Di Bella, Armando, 2011
Di testa loro : dieci italiane che hanno fatto il Novecento, di Marta Boneschi, A. Mondadori, 2002

Risorse on-line
Pagina Wikipedia
Alla vicenda di Franca Viola è ispirato il film: "La moglie più bella" di Damiano Damiani del 1970. Guarda il trailer
Servizio televisivo su Rai Storia
Intervista a Franca Viola su Repubblica, 27 Dicembre 2015
Enciclopedia delle donne

Percorsi collegati

Argomenti

Personaggi
To top

Ricerca

Visualizza

Eventi / Avvisi

Bibliografie

Percorsi tematici

Ricerca semplice

Visualizza

Ricerca per area

Visualizza

Ricerca strutturata

Visualizza