Zorro-L’inizio della leggenda è un piacevole ricordo della mia infanzia. Non so precisamente in che anno lo lessi, ricordo però che mia zia, appassionata lettrice dell’Allende, mi disse: “leggilo non te ne pentirai”. Non mi ero mai approcciata ad una lettura della scrittrice, quindi non sapevo bene cosa aspettarmi, però devo dire che già il fatto fosse un libro storico era un punto a suo vantaggio. Amo follemente i romanzi storici, sono molto selettiva però, a mio parere esistono romanzi storici e "romanzi storici". Comprendo benissimo che il romanzo sia un’opera di finzione per definizione, ma penso anche che nel momento in cui ti vai ad approcciare alla scrittura di un romanzo storico, tu debba avere delle basi di conoscenza dell’epoca in cui vuoi ambientare il libro. Isabel Allende fà tutto ciò: si documenta prima di creare il contesto storico e culturale, che in seguito faranno di Zorro il personaggio che tutti noi conosciamo. Il romanzo è diviso in sei parti, dove Diego si confronta e cresce in vari anni e luoghi ben definiti. Nulla è lasciato al caso, non è casuale neanche la scelta di mandarlo in Spagna dove conoscerà le idee dell’Illuminismo europeo e la scherma. Ricordo che lo lessi in tempi brevissimi, quasi non riuscivo a staccarmene, la scrittura dell’Allende mi rapiva e non voleva mollarmi. La parte storica ovviamente passa in secondo piano quando seguiamo Diego nelle sue mille avventure in California. Ricordo che quasi ho odiato il personaggio di Rafael Moncada. Come disse mia zia, la lettura mi lasciò senza parole, lessi un romanzo storico ben strutturato e con avventure fantastiche, senza cadere nel banale. Per questo motivo, credo dopo quasi 20 anni, lo consiglio.