
Berlino, Alexanderplatz: lavori di riurbanizzazione 1929
Brum, brum: davanti a Aschinger nell’Alex strepita il battipalo a vapore. È alto quanto il piano di una casa e come niente infila i pali di ferro per terra. …
Brum, brum, pesta il battipalo in Alexanderplatz. Molta gente ha tempo e si ferma a guardare come lavora la macchina: Un uomo sta in cima, tira una catena, e in alto qualcosa scatta, zac, e il palo si piglia un colpo in testa.
Tutt’intorno uomini e donne con viso allegro stanno a vedere come tutto fila svelto. Zac e il palo riceve un colpo sulla testa.
…
Tutto è coperto di tavole. Davanti al negozio di Tietz c’era la Berolina [allegoria di Berlino] con una mano stesa, una donna colossale, adesso l’hanno portata via. Forse la fondono e ne fanno medaglie.
Come api lavorano sparsi sul selciato. Sono centinaia, e picchiano e si dan da fare tutto il giorno e tutta la notte.
Rrrrr, cigolano i tram, gialli coi rimorchi attraverso Alexanderplatz ricoperta di tavole, è pericolo saltar giù dal tram. La stazione della ferrovia sotterranea è tutta scoperta. …
Alfred Döblin, Berlin Alexanderplatz
Berlino, Alexanderplatz 1919
La fusione di 7 città, 59 comuni rurali e 27 feudi, decisa nel 1920, rese Berlino da un giorno all’altro la seconda città al mondo per superficie (dietro Los Angeles) e la terza per numero di abitanti (dopo Londra e New York). Lo spazio comunale è cresciuto 13 volte e la popolazione si è raddoppiata da 2 milioni a 3,7 nel 1920, e a 4 milioni nel 1925.
Se la Germania divenne un grande laboratorio negli anni venti, Berlino ne risultò esserne il più affascinante esperimento. La città pulsa e vibra, sibila e spasima, ribolle e sprizza, scoppia e rimbomba. Questi anni sono frenetici. Lo scrittore e satirico Walter Mehring parlava di un “tempo berlinese”, il cabarettista Paul Graetz recitava: „Mit der Uhr in der Hand, Mit’m Hut uff’m Kopf, Keine Zeit! Keine Zeit! Keine Zeit! … Mach Kasse! Mensch! Die Großstadt schreit: Keine Zeit! Keine Zeit! Keine Zeit!“ ("Con l’orologio in mano, ed il capello in testa, non c’è tempo da perdere, non c’è tempo, non c’è tempo! … Incassa! Vecchio! La metropoli urla: non c’è tempo! Non c’è tempo! Non c’è tempo!")
È un tempo sconvolgente, liberatorio e inquietante, spiritoso e spettrale, pieno di glamour e di sventure, un tempo in cui gli uni si buttano sui giorni e sulle notti, pieni, affamati, voraci di vivere, e gli altri si trascinano per il quotidiano, scossi dalla vita, disperati e stanchi della vita.
Sefton Delmer, nato nel 1904 a Berlino, dal 1929 corrispondente del Daily Express interpretò „il folle mulinello” della città “come una specie di orgia pompeiana alla viglia dell’eruzione del Vesuvio“. Nessuno potè sottrarsi al ballo su quel vulcano.
Era come se non ci fosse un domani. Tutto era possibile, nel bene come nel male. Berlino era un unico sballo. Una sbornia i cui sintomi collaterali erano inquietanti.

Povertà nella Berlino degli anni '20 (Tagesspiegel.de)
L’impero aveva delegato l’attività edile ampiamente nelle mani di speculatori che avevano di seguito fatto immani profitti con una edificazione la più densa possibile. Così nacque il “più grande agglomerato di casermoni al mondo”, che condannò “4 milioni di Berlinesi a vivere in abitazioni dal degrado inimmaginabile, impensabile sia dal più disgraziato tra i poveracci che dal più laborioso tra i consiglieri statali e speculatori edilizi di Berlino.”
La Berlino dei casermoni stipava, statisticamente, 78 uomini in un casermone (Parigi 38, Londra 8). Le differenze tra i quartieri benestanti dell’ovest e sudovest ed il resto erano enormi.
Il magistrato berlinese deliberò un ordinamento edilizio nel 1925 che vietò la costruzione di casermoni rendendo obbligatoria un’edilizia popolare dai criteri igienici e sociali moderni. Venne sovvenzionato un programma edilizio supportato da imprese proprietà dei, o vicine ai sindacati e realizzato da architetti socialmente impegnati come Bruno Taut, Walter Gropius e Hans Scharoun.
Ma l’edilizia popolare da sola non riesce ad eliminare la miseria. Gli affitti nei condomini popolari non sono abbastanza bassi malgrado tutti gli sforzi di comprimere i costi di costruzione. Soltanto operai specializzati, impiegati e dipendenti pubblici possono permettersi l’affitto di un appartamento nuovo.

Dietro la facciata della rispettabilità, Berlino anni '20
Anche l’affare con l’amore remunerato va a gonfie vele. Quel che piace è lecito, anche l’amore omosessuale. Dalla prostituzione di lusso al quella dei miserabili.: quasi tutti si possono permettere sesso a pagamento. Qualsiasi desiderio viene esaudito. Qualsiasi. Sono a disposizione donne e ragazze, uomini e fanciulli, gravide, vecchie, mutilati … Lo scrittore Stefan Zweig vedeva in Berlino la “Babilonia del mondo”.
E in questa specie di Babele fiorì anche la criminalità organizzata, i cui pilastri erano le società pugilistiche. Fine 1929, quando la crisi economica mondiale si scatena, esistono nella città 60 associazioni pugilistiche con 1600 membri: tra di loro borseggiatori, cambiavalute e scommettitori truffaldini, esattori di pizzo e in alto alla gerarchia scassinatori di casseforti.
L"Alex" (Alexanderplatz) by night anni '30
“Caos metropolitano”, così apprezzò Berlino il medico e scrittore Alfred Döblin, che abitava nella Frankfurter Allee. Tutto “si ribellava, cospirava, incubava a destra e a manca, dimostrava. Affittuari, proprietari, ebrei, antisemiti, poveri, proletari, rivoluzionari, ricettatori, intellettuali malandati, ragazzine, demi-mondaines, professori benemeriti, rappresentanti di genitori, sindacati, 2000 organizzazioni, 10 mila riviste, 20000 notizie, 5 verità. Tutto favilla e sprizza. Sarei bugiardo se nascondessi: spesso vorrei svignarmela, manca la grana; ma, altrettanto spesso ritornerei.”
Per Peter de Mendelsohn, che iniziò nel 1926 la sua carriera giornalistica a Berlino, erano gli anni venti “il decennio di Berlino (…) In questi anni Berlino ha dato il suo meglio; il che era molto. Una parte di tutto questo era, come ovvio, megalomania e fumo, chiacchiere, movimento e tempo fine a se stessi. Ma quel che rimase di contributi ed impulsi solidi avrebbe fecondato il resto del mondo per anni e decenni."