Lo consiglio perché ritengo che sia, nell’oceano sconfinato delle commedie, la più sottovalutata degli ultimi anni: brillante, intelligente, mai volgare, con una trama inconsueta. Will Ferrell, quasi sempre impegnato in parti demenziali, qui è al suo meglio in un ruolo maturo, divertente e commovente. Il suo personaggio, banale, grigio e inquadrato, è pronto a lasciarsi andare per la prima volta proprio nel momento in cui è l’incertezza a governare la sua vita. E il suo sguardo malinconico e speranzoso è lo sguardo titubante di tutti quando non sappiamo se una situazione grottesca che viviamo sia in realtà commedia o tragedia. Un vero gioiello, con attori perfettamente assortiti (da menzionare il cameo di Tom Hulce, il Mozart di “Amadeus”, quasi scomparso dalle scene), tra cui fanno bella mostra i due giganti Dustin Hoffman ed Emma Thompson che, anche se relegati a comprimari, si prestano al gioco completando con talento e ironia una tavolozza a cui non manca un solo colore.