Il libro ci racconta la storia di Lucy, una ragazza ventiduenne che improvvisamente perde l’amatissimo padre, sotto la cui protezione aveva vissuto fino ad allora. Annichilita dalla perdita, conosce, per puro caso, un uomo già maturo, Everard Wemyss, anch’egli addolorato da un lutto, avendo perso la moglie di recente. Questa circostanza li porta subito ad avvicinarsi l’uno all’altra. Per Lucy significa trovare un nuovo rifugio sotto cui trovare protezione, per lui, invece, incontrare una persona che lenisca il suo disperato senso di solitudine. Wemyss, il maturo vedovo, si dimostra subito un amico premuroso, comprensivo, protettivo, che già da subito vede in Lucy la figura che potrà sostituire la moglie perduta.
Lucy, ragazza ingenua ed inesperta dell’amore, si affida ciecamente a quest’uomo e ricambia il sentimento da lui espresso, interpretandolo come amore.
Non la vedono allo stesso modo i numerosi amici di Lucy; soprattutto la cara zia Dot, sorella del padre, coltiva parecchie riserve nei confronti di Wemyss, pur trattandosi di un uomo rispettabile ed economicamente solido. Ella non approva la grande differenza d’età tra la giovane e il vedovo. Si insospettisce per il breve periodo di lutto osservato dall’uomo e dalla facilità con cui è passato dal lutto al corteggiamento di Lucy, quasi avesse già cancellato la memoria della moglie. Ma soprattutto la mette in allarme il fatto che la moglie sia morta in circostanze poco chiare: forse si è trattato di suicidio.
Considerata come un bell’oggetto da esibire in società, Lucy viene gradualmente isolata dalle numerose amicizie della sua giovinezza ed anche dall’affetto e dalla presenza del suo unico legame familiare, la zia.
In poco tempo i due si sposano e vanno ad abitare nella stessa casa in cui Wemyss aveva abitato con la prima moglie, Vera, che proprio lì era morta. Lucy, spaventata dall’idea di dover vivere nello stesso luogo in cui la prima moglie era vissuta e morta, cerca di procrastinare il più possibile il trasferimento, ma alla fine si deve piegare alla volontà del marito.
La lugubre casa, di cui l’uomo va tanto fiero, reca ancora vive le tracce della prima moglie, come fosse abitata dal suo fantasma. Dal momento in cui vanno ad abitare lì, avviene una progressiva e sempre più sconfortante scoperta del carattere di Wemyss, che nel suo modo di concepire le relazioni umane, maltratta i domestici e annulla ogni volontà della giovane sposa per assoggettarla alla propria.
Lucy scopre subito che il matrimonio, o meglio, quel matrimonio, è cosa ben diversa da come lo aveva immaginato. Nella sua innocenza e abbagliata dal suo amore totale per Wemyss, cerca in ogni modo di giustificare il marito, che rivela la sua vera essenza di uomo egocentrico, egoista e prevaricatore, attribuendo a se stessa ogni colpa del comportamento duro ed irascibile di lui. Lucy ama il marito, ma al tempo stesso ne ha paura e cerca conforto nel rapporto con i domestici, cosa che il marito naturalmente deplora. Cerca in qualche modo di conoscere il carattere di Vera, la prima moglie, come a voler apprendere da lei una sorta di strategia matrimoniale.
Ma l’egoismo e il senso di possesso del marito raggiungono la piena realizzazione quando egli riesce ad allontanare definitivamente Lucy dall’unico parente rimastole, ossia l’amata zia Dot.
Per la biografia di Elizabeth von Arnim leggi qui