Vera, di Elizabeth von Arnim

La crudeltà dietro la cortesia

Creato da:
Lisi
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Ultimo aggiornamento: 16/11/2023

Il libro ci racconta la storia di Lucy, una ragazza ventiduenne che improvvisamente perde l’amatissimo padre, sotto la cui protezione aveva vissuto fino ad allora. Annichilita dalla perdita, conosce, per puro caso, un uomo già maturo, Everard Wemyss, anch’egli addolorato da un lutto, avendo perso la moglie di recente. Questa circostanza li porta subito ad avvicinarsi l’uno all’altra. Per Lucy significa trovare un nuovo rifugio sotto cui trovare protezione, per lui, invece, incontrare una persona che lenisca il suo disperato senso di solitudine. Wemyss, il maturo vedovo, si dimostra subito un amico premuroso, comprensivo, protettivo, che già da subito vede in Lucy la figura che potrà sostituire la moglie perduta. Lucy, ragazza ingenua ed inesperta dell’amore, si affida ciecamente a quest’uomo e ricambia il sentimento da lui espresso, interpretandolo come amore. Non la vedono allo stesso modo i numerosi amici di Lucy; soprattutto la cara zia Dot, sorella del padre, coltiva parecchie riserve nei confronti di Wemyss, pur trattandosi di un uomo rispettabile ed economicamente solido. Ella non approva la grande differenza d’età tra la giovane e il vedovo. Si insospettisce per il breve periodo di lutto osservato dall’uomo e dalla facilità con cui è passato dal lutto al corteggiamento di Lucy, quasi avesse già cancellato la memoria della moglie. Ma soprattutto la mette in allarme il fatto che la moglie sia morta in circostanze poco chiare: forse si è trattato di suicidio. Considerata come un bell’oggetto da esibire in società, Lucy viene gradualmente isolata dalle numerose amicizie della sua giovinezza ed anche dall’affetto e dalla presenza del suo unico legame familiare, la zia. In poco tempo i due si sposano e vanno ad abitare nella stessa casa in cui Wemyss aveva abitato con la prima moglie, Vera, che proprio lì era morta. Lucy, spaventata dall’idea di dover vivere nello stesso luogo in cui la prima moglie era vissuta e morta, cerca di procrastinare il più possibile il trasferimento, ma alla fine si deve piegare alla volontà del marito. La lugubre casa, di cui l’uomo va tanto fiero, reca ancora vive le tracce della prima moglie, come fosse abitata dal suo fantasma. Dal momento in cui vanno ad abitare lì, avviene una progressiva e sempre più sconfortante scoperta del carattere di Wemyss, che nel suo modo di concepire le relazioni umane, maltratta i domestici e annulla ogni volontà della giovane sposa per assoggettarla alla propria. Lucy scopre subito che il matrimonio, o meglio, quel matrimonio, è cosa ben diversa da come lo aveva immaginato. Nella sua innocenza e abbagliata dal suo amore totale per Wemyss, cerca in ogni modo di giustificare il marito, che rivela la sua vera essenza di uomo egocentrico, egoista e prevaricatore, attribuendo a se stessa ogni colpa del comportamento duro ed irascibile di lui. Lucy ama il marito, ma al tempo stesso ne ha paura e cerca conforto nel rapporto con i domestici, cosa che il marito naturalmente deplora. Cerca in qualche modo di conoscere il carattere di Vera, la prima moglie, come a voler apprendere da lei una sorta di strategia matrimoniale. Ma l’egoismo e il senso di possesso del marito raggiungono la piena realizzazione quando egli riesce ad allontanare definitivamente Lucy dall’unico parente rimastole, ossia l’amata zia Dot.


Per la biografia di Elizabeth von Arnim leggi qui

Consigliato da
Lisi
Ho sempre apprezzato i libri di Elizabeth von Arnim per la sua capacità di descrivere con leggerezza ed ironia la buona società che conosceva ampiamente nei suoi pregi e difetti, ponendo in primo piano figure di donne risolute nel voler assecondare i loro desideri e decise ad affermare la propria indipendenza. La lettura di questo libro, invece, è stata una vera scoperta. Mi sono subito affezionata alla figura di Lucy, giovane ingenua ed inesperta che perde all’improvviso l’affetto più caro, il padre, e deve dire addio alla bella vita spensierata che conduceva con lui in piena libertà. La narrazione si fa gradualmente sempre più drammatica con il progredire delle vicende dei protagonisti. Lucy si trova a poco a poco imprigionata nella fitta rete tessuta dall’egoismo del marito, ma non cerca di reagire, di salvarsi, anzi cerca la maniera per non dargli più motivi di adirarsi. Quello che lei nutre per il marito è vero amore, che egli corrisponde con una variante velenosa di quel sentimento, tutto pervaso dalla volontà di possesso e annientamento dell’altra. La narrazione si trasforma via via in una sorta di incubo, con tutta la tensione di un giallo, in cui nulla fa presagire un lieto fine. Ciò che colpisce è come un romanzo scritto nel 1921, sia ancora di strettissima attualità, visti i numerosissimi episodi di violenza, fisica o psicologica, di cui sono vittime le donne. Si deve purtroppo fare la triste considerazione che questa violenza viene esercitata trasversalmente in ogni ambito sociale e generazionale e che a volte nemmeno le donne stesse sanno riconoscerla come tale. Il romanzo è stato considerato dall’Autrice come la sua opera meglio riuscita. Lo scrisse a seguito del disastroso matrimonio con il fratello maggiore del filosofo Bertrand Russell, il duca John Francis Stanley Russell, che possedeva un carattere violento ed autoritario e dal quale si separò poco tempo dopo. La scrittrice Daphne Du Maurier si è ispirata a questo romanzo per scrivere il suo “Rebecca, la prima moglie”. A sua volta il regista Alfred Hitchcock si basò sul romanzo della Du Maurier per realizzare l’omonimo film. In esso si possono riconoscere degli elementi comuni con il romanzo della von Arnim sia nel personaggio della giovane ed ingenua seconda moglie che per l’atmosfera sinistra della casa, in cui ancora si percepisce la presenza della precedente moglie.
copertina Vera : romanzo

Vera : romanzo

/ Elizabeth von Arnim
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