Lo scrittore John Ecas si trova nel mezzo di una crisi coniugale, che porta con sé anche il licenziamento dall'azienda per cui lavora come creativo. La moglie se n'è andata di casa e lui, incoraggiato dal suo analista a fare qualcosa di liberatorio, è in viaggio alla ricerca della concentrazione necessaria per partorire un nuovo libro. Allo scopo di scriverne la biografia, viene assunto dal ricchissimo imprenditore Wes Tauros, che per iniziare il lavoro lo invita nella sua lussuosa e oscura dimora, un palazzo nei pressi della Valle degli Dei, dal quale non esce mai. Contemporaneamente, a palazzo giunge Karen, una giovane donna che ha da poco divorziato e che, grazie all'estrema somiglianza con la defunta moglie di Tauros, viene temporaneamente assunta per interpretarla. In quel momento la Valle degli Dei, territorio di origine del popolo Navajo, è coinvolta in una diatriba tra i discendenti della popolazione locale che lo considerano un sito sacro, e proprio l'azienda di proprietà di Tauros, che ha intenzione di trasformarlo in un'area mineraria allo scopo di estrarre l'uranio presente nel terreno.
La situazione che condividono tutti i protagonisti è l'obbligo di affrontare un evento traumatico della loro vita: Ecas la separazione dalla moglie, Tauros la morte in un incidente stradale dell'amata moglie e della figlioletta, Karen l'affidamento esclusivo dell'unico figlio all'ex marito e infine il popolo Navajo l'allontanamento forzoso dal luogo di origine, una terra carica di spiritualità, madre dei riti ancestrali delle sue genti, i quali perdono valore e autenticità se praticati in un luogo diverso.
Film estremamente visionario e a tratti di difficile interpretazione, fatto più di suoni e immagini che di parole, in cui contrastano da una parte una natura incontaminata fatta di sculture naturali di pietra levigata dal tempo, destinate a sgretolarsi lentamente e inesorabilmente, e che i Navajo sono convinti racchiudano gli spiriti delle antiche divinità; dall'altra il giardino dell'ingombrante palazzo di Tauros, in cui "vivono" le statue che raffigurano di persone a lui care, che il padrone di casa ha intrappolato in un'artificiale eterna immobilità.
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