Questo romanzo racconta la storia di due sorelle, due ragazze con qualche anno di differenza, ma fisicamente e caratterialmente diverse come il giorno e la notte. Molly, la maggiore, sempre solare, brillante, espansiva, corteggiata e cheerleader, e Meg invece più introversa, riservata e taciturna, disordinata e appassionata di fotografia. Le due vivono in città da quando sono nate ma, improvvisamente, i genitori decidono di trasferirsi per un po' di tempo in una casa immersa nella campagna in modo da consentire al padre di terminare di scrivere il suo libro. La notizia le destabilizza, si trovano a novembre a dover cambiare scuola, le abitudini di sempre e a rivedere i propri progetti. La nuova abitazione è del 1840, molto piccola, dispersa nel verde e le due ragazze, abituate prima ad avere ognuna i propri spazi, si trovano a dover condividere la stessa stanza finendo spesso per litigare. Molly non ci metterà molto ad ambientarsi e a fare nuove amicizie, Meg invece resterà in ombra per un po', si prenderà i suoi tempi finché il destino non le farà incontrare l'anziano vicino, nonché il proprietario che affitta ai genitori anche la sua casa che un tempo era stata della sua famiglia. Comincia così un' insolita e importante amicizia fra i due, unita anche dalla stessa passione per la fotografia.
Un romanzo doloroso, che intreccia storie di vita familiare, passato presente e futuro, e affronta tematiche forti con linguaggio poetico e sguardo onesto. L'autrice in questa storia traccia con limpidezza quello che è stato anche in parte il suo cammino di vita, lo racconta alla fine nella postfazione dove ricorda alcuni momenti con la sorella Helen.
E' incredibile come il titolo inizialmente possa ingannare, eppure lascia trapelare molto sul nodo centrale attorno al quale ruota la storia, che sia un gioco d'astuzia dell'autrice? il significato però lo si coglie nella sua complessità solamente dopo aver letto l'intero romanzo.
“Perché avevo voglia di piangere quando smise di parlare? Non so nemmeno cosa significhi evanescente. Ma qualcosa scaturì dentro di me come cioccolato fuso:
dolce, caloroso e così intenso che ne basta poco per soddisfarti.
Era perché qualcuno, un vero amico, sentiva esattamente le mie stesse emozioni, a proposito di qualcosa che per me era più importante di tutto.
Scommetto che ci sono persone che vivono una vita intera senza provare niente di simile.
Me ne stavo seduta con una mano avvolta intorno alla tazza calda di té, e sorrido a Will.” p. 63