1919: Joshua Connor è un agricoltore-rabdomante australiano. Alla morte dell’amata moglie decide di mantenere la promessa fattale in precedenza di partire per Gallipoli per cercare i tre figli, deceduti a causa della guerra, per riportarli a casa e dare loro una degna sepoltura. I tre figli avevano lasciato la propria casa quattro anni prima per combattere nell'ANZAC (Australian and New Zealand Army Corps). Connor, ignaro di ciò che lo aspetterà, affronta il lungo viaggio che lo separa da Gallipoli. In una terra martoriata dalla guerra, Connor teme spesso che la sua missione possa non compiersi ma, tra le difficoltà, troverà il supporto nel maggiore Hasan, un alleato e una guida essenziale, nel piccolo Orhan e in sua madre Ayshe. Lungo il suo tortuoso viaggio Connor scopre che forse non tutto è perduto.
Russell Crowe, nella sua prima esperienza da regista in “The Water Diviner” sa bene che dovrà scontrarsi con altri colossi che trattarono la battaglia di Gallipoli, basti pensare a “Gli anni spezzati”. Il personaggio di Connor ha un retroscena particolare: lo sceneggiatore australiano Andrew Anastasios trova in un documento storico la frase “Un vecchio è riuscito ad arrivare qui dall'Australia per cercare la tomba di suo figlio". Ecco che nella mente di Crowe ed Anastasios prende vita il personaggio di Connor: non è prettamente un anziano, ma è un semplice uomo che, spinto dall’amore e dal dolore per la perdita della sua famiglia, parte alla ricerca dei suoi figli e troverà in una terra di guerra anche dell’umanità inaspettata. Connor è ciò che rende “The Water Diviner” degno di essere uno tra i film più memorabili tra quelli che trattarono il tema della battaglia di Gallipoli.
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