Tariq, di Alice Keller

Come può essere la vita di un ragazzo cresciuto fra i quartieri di una periferia malfamata di una città?…
Per Tariq, il protagonista di questa storia, non è di sicuro semplice. Vive con la famiglia su dei palazzoni, case popolari dove non c’è elettricità, manca l’acqua, e la gente vive accampata come può. Molti dei suoi coetanei hanno lasciato la scuola da un po', e alcuni si sono messi sulla brutta strada, come suo fratello maggiore che si è dato alla droga e alla delinquenza e che spesso usa la violenza su di lui. In casa l’aria è spesso irrespirabile, il padre ormai lavora sempre e lo si vede poco, la madre spesso sta male e ha un nuovo piccolo nato prematuro a cui dare la precedenza, l’unica che sembra avere uno sguardo attento e affettuoso verso Tariq è la sorella maggiore, ma il lavoro l’assorbe quasi del tutto.
Tariq, contro il parere di molti ha scelto il liceo linguistico per il suo futuro, ma negli ultimi mesi è scattato qualcosa nella sua testa, non fa che mettersi nei guai a scuola fino a beccarsi una grave sospensione che non ha il coraggio di comunicare alla sua famiglia. E poi c’è Jasmin, la ragazza che vive allo stesso piano del suo condominio, con la quale divide anche i viaggi in autobus fino a scuola. Ma ultimamente le cose si sono messe male anche per lei.
Una storia vera, di quelle che fanno male al petto, che racconta un’adolescenza difficile, fragile, vissuta fra lamiere e copertoni abbandonati. Con una famiglia problematica, adulti poco presenti, a volte violenti e incapaci di comprendere i bisogni dei ragazzi. E una quotidianità trascorsa con i coetanei del posto fra piccoli furti, sfide pericolose e giochi proibiti. Un romanzo breve, in alta leggibilità.