Quando si pensa alle streghe vengono in mente immagini di donne brutte, vecchie, dallo sguardo diabolico, adornate di abiti neri e a cavalcioni su una scopa. Il nostro immaginario è stato forgiato e plasmato dalle streghe delle fiabe e del cinema, antagoniste per eccellenza, emanazioni mefistofeliche legate all’oscurità. Basti pensare alla strega di Hansel e Gretel che divora i bambini o alla regina di Biancaneve che si trasmuta in un’anziana per riuscire ad avvelenare la fanciulla.
In realtà le streghe, nell’antichità, altri non erano che guaritrici, donne che tramandavano i segreti della madre terra e che erano in grado di connettersi con le forze della natura. Tra il XV e il XVI secolo esse furono perseguitate con l’accusa di stregoneria e di appartenere alle forze del maligno. Le loro pratiche vennero additate come oscure e diaboliche. Molte donne giudicate dall’Inquisizione, vennero torturate e giustiziate sulla base di processi tutt’altro che etici ed equi. In concomitanza dei processi inquisitori, si andò a formare l’iconografia dalle valenze diaboliche della strega: una donna a cavallo di una scopa o di un fuso, accompagnata da pipistrelli, gufi, corvi o gatti, animali simbolicamente liminari, in grado di connettere il mondo dei vivi con quello degli spiriti.
Nei libri le raffigurazioni delle streghe vanno da un opposto all’altro: sono dipinte sia come vecchie donne dall’aspetto arcigno e spaventoso, sia come donne affascinanti, ammaliatrici per eccellenza in grado di incantare chi sta loro accanto.
La strega più famosa è sicuramente la regina cattiva di Biancaneve, che si compiace del suo fascino superiore a qualunque altra donna del reame, fintantoché la bellezza di Biancaneve non matura superando quella della sovrana. La regina è talmente furiosa che tenta in più modi di uccidere Biancaneve, arrivando ad occultare temporaneamente il suo bell’aspetto e prendendo le vesti di una vecchia. Il dettaglio interessante di questa fiaba è proprio quello relativo alle sembianze della strega, in quanto essa ricopre un ruolo duplice: dama affascinante e mortale e vecchia oscura e diabolica. La strega della casetta di pan di zenzero nella fiaba di Hansel e Gretel, invece, appare come una tenera vecchina ospitale e gentile con i due fratellini, quando in realtà è una perfida divoratrice di bambini: l’immagine dell’anziana oscilla da una valenza positiva di innocenza e inoffensività a una valenza di perfidia e crudeltà.
Nelle fiabe si annoverano figure liminari, che non possono essere incasellate in una struttura dualistica, in quanto non appartengono ne’ al bene ne’ al male. Una figura esemplare è quella della Baba Jaga della tradizione russa. Baba Jaga può sembrare a tutti gli effetti una strega: vive nei boschi, viaggia a cavallo di un mortaio, la sua casa si regge sopra a zampe di gallina ed è circondata da un recinto fatto d’ossa. Nella fiaba di Vassilissa, Baba Jaga mette in difficoltà in tutti i modi la giovane ragazza che, aiutata dalla bambola donatale dalla madre defunta, riesce a superare tutte le prove. La strega in questo caso non ha un’accezione negativa, nonostante metta in difficolà la fanciulla. Ella è giusta e premia Vassilissa donandole un teschio infuocato con cui riporterà il fuoco a casa. La Baba Jaga della tradizione russa è una custode delle energie della natura, forze che possono risultare ostili o favorevoli, travalicando la ratio umana.
Nei libri le streghe possono anche mitigare o superare l’alone diabolico che avvolge queste figure dell’immaginario popolare: possono avere accezioni positive, risultando personaggi divertenti e talvolta caritatevoli e amorosi, come nel silent book La strega e lo spaventapasseri, una storia dolcissima che parla di metamorfosi e rinascita di uno spaventapasseri, proprio grazie all’intervento di una strega. Talvolta alcuni libri, come Il viaggio della strega bambina, svelano il retroscena storico della stregoneria, le persecuzioni e i processi inflitti a donne che viaggiavano su sentieri non tracciati, che si discostavano dalle regole e dal pensiero comuni o che semplicemente apparivano diverse, non conformate.
Questa bibliografia vuole essere uno spunto per scoprire le streghe nella narrativa, dalle più belle alle più brutte, dalle più buone alle più cattive, dalle più fantasiose alle più realistiche, viaggiando a cavallo di una scopa sopra ai cieli dell’immaginazione.
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