Lo storico israeliano Ilan Pappé chiedeva con forza nella prefazione del suo 10 miti su Israele all’immaginaria platea dei suoi colleghi di non disgiungere a causa di un malinteso pregiudizio deontologico il proprio mestiere di studiosi da un attivo impegno politico, sociale e culturale.
Ebbene tale raccomandazione non riguarda certamente Eyal Weizman.
Il suo Spaziocidio ha ben poco di un trattato di architettura, è un libro impegnato atto a denunciare i crimini contro l’umanità perpetrati attraverso l’arma “bianca” dei progetti architettonici, urbanistici ed ambientali. Esso contrappone a questi ultimi altrettanto sofisticati strumenti di indagine e di investigazione, il più delle volte ideati ex novo. La ricerca si dispiega con l’aiuto di fonti più svariate e contatti personali di primissimo livello come un racconto della gente di Palestina ed entra, malgrado l’alto livello scientifico, nei loro cortili, nelle loro case sventrate, nelle loro vite violentate toccando con mano la loro sofferenza e disperazione.
Il professore di architettura israeliano, naturalizzato britannico, legava, come detto innanzi, fin dai suoi esordi di cattedra la sua ricerca all’impegno etico-morale e professionale per smascherare e infine denunciare pratiche di separazione, apartheid, segregazione e genocidio. Egli fondò a tal fine assieme a Alessandro Petti e Sandi Hilal a Beit Sahour (città gemellata con Mira) in Cisgiordania il collettivo DAAR, Decolonizing Architecture Art Research, aperto ad artisti, architetti, curatori e produttori culturali interessati a porre e concepire il proprio operato entro contesti teorici, storici, politici e sociali più ampi rispetto alla deontologia accademica (www.decolonizing.ps.). In questo ambito Sandi Hilal e Alessandro Petti hanno vinto il Leone d’oro per l’architettura nel 2023.
Weizman aprì un’ulteriore fronte di impegno civile con il collettivo Forensic Architecture (forensic-architecture.org) nel 2010 mettendo in rete le competenze di architetti, giuristi, ingegneri, informatici, anatomopatologi ed esperti delle più svariate branche scientifiche allo scopo di raccogliere e analizzare elementi probatori di natura architettonica su crimini di guerra, violenze di stato o aziende e soggetti privati.