"A qualsiasi sciocco verrebbe in mente - a me è venuto in mente - che un libro senza parole, soprattutto se è opera di un magnifico illustratore che è così rigoroso nel suo lavoro, dovrebbe superare perfino le barriere della lingua e raggiungere il più ampio pubblico possibile. Ah, che ignoranza universale! Infatti pare che, dappertutto, la gente che compra libri per bambini lo faccia affinché imparino a leggere e diventino dottori, notai o persone famose! E, come no, per leggerli loro prima di dormire e conciliare quel sonno felice che li renderà persone tranquille e contente che, ad esempio, non arriveranno mai ad assassinare i loro genitori con una motosega. Infine, ovviamente, affinché i bambini trascorrano un momento sereno, quanto più a lungo è meglio, e così perderli di vista per un pò. (Invece, quanto tempo ci si mette a leggere un libro senza parole? Cinque minuti? Due?) Si comprano libri anche perchè i bambini imparino cose che gli saranno utili nella vita; ho visto libri che forniscono una risposta a tutte le domande che ci si può porre nel corso di una vita, o di varie vite. (Ma cosa succede con i libri che non offrono risposte, anzi, che pongono ulteriori domande? A chi interessa un libro che obbliga a fare uno sforzo? Come saremo in grado di osservare, leggere e interpretare le immagini se nessuno ci insegna a farlo? Può piacermi molto qualcosa anche se non sono sicuro di capirla del tutto? Cos'è che devo pensare? Come si fa a sapere se un libro è bello se non ha testo?). - Vincet Ferrer 2006, in Meraviglie mute di Marcella Terrusi, p. 9 -