Gli Stati Uniti d’America sono divisi dal Messico da un confine lungo più di 3100 chilometri, lungo il quale, nel 1990, con la presidenza di George H. W. Bush si inaugurarono i primi 23 chilometri della costruzione di un'imponente barriera. Nel 1994, con la presidenza di Bill Clinton venne ulteriormente ampliata e vennero inserite le forze di polizia al confine, per sorvegliare e limitare gli spostamenti. Anche le presidenze successive, compresa quella di Donald Trump, hanno deciso di portare avanti e intensificare questo progetto che ha avuto nel corso di questi anni un forte impatto economico, civile e soprattutto ambientale. Nato con l’obiettivo di limitare lo spaccio di droga e l’immigrazione clandestina proveniente dal Messico, non ha mai risolto il problema e anzi ha alimentato il traffico clandestino di migranti, gli scontri tra le bande e lo scambio di droga lungo il confine.
Questo è il contesto dal quale questo romanzo prende spunto, il protagonista è Arturo, un ragazzo che cerca in qualche modo di sopravvivere a Jaurez, uno dei quartieri più poveri e pericolosi del Messico. Vive in una baracca di legno e si arrangia con quello che ha, facendo dei piccoli lavoretti per potersi procurare da mangiare. A irrompere improvvisamente nella sua umile quotidianità è Faustino, l’amico d’infanzia con cui è cresciuto e si è guardato le spalle e del quale non aveva più avuto notizie. Ora è tornato da lui perché si è messo nei guai e gli serve il suo aiuto. Per salvarlo Arturo dovrà vincere a carte la cifra che Faustino ha rubato al capo della banda per cui lavora, e ha utilizzato per aiutare la sua ragazza e il suo bambino a passare il confine con il Messico e cercare di mettersi in salvo. La trama del romanzo è incentrata proprio sulla partita a carte con la Santa Muerte, il punto di non ritorno.
“Calavera, il teschio. Il simbolo della nostra vanità. Ci vestiamo e ci pavoneggiamo e ci sforziamo e amiamo e lottiamo e piangiamo e ci feriamo e amiamo di nuovo e ci svestiamo e vestiamo di nuovo e siamo fieri e spaventati e gelosi, siamo così gelosi e più ancora siamo spaventati, spaventati, siamo terrorizzati eppure qualcosa ci fa andare avanti, qualcosa che ci spinge nonostante tutto, ma quel qualcosa… quel qualcosa è la vanità stessa.
Perché al teschio non importa. Il teschio è ciò che tutti siamo, ciò che tutti saremo, è uguale a noi e ci rende tutti uguali, che siamo imperatori oppure cani che rovistano fra la spazzatura.” p. 104
Un romanzo duro e pieno di tensione, che sollecita spunti di riflessione su molti argomenti come la povertà e le situazioni disagiate riguardanti le zone più malfamate del mondo, la mancanza di una vera giustizia a cui fare appello nella lotta contro il crimine, i rischi causati da certe scelte estreme e disperate, e la voglia di libertà e di un futuro migliore.
Questo romanzo è stato selezionato fra i finalisti al premio Andersen 2020 come miglior libro oltre i 15 anni.