Ispirato ad una storia vera, il film segue la storia di Nura e suo figlio Fahim, prodigio degli scacchi, costretti a fuggire dal Bangladesh per cercare una vita migliore in Francia. Contrapponendo le immagini claustrofobiche del Bangladesh con gli ampi paesaggi urbani di Parigi, il regista trasmette in modo efficace la disuguaglianza sociale di cui milioni di persone, oltre a Fahim, sono vittime ancora oggi. Il film colpisce per come bilancia attentamente il tema del legame familiare con questioni di ingiustizie e disuguaglianza, offrendo una commovente storia di successo e speranza e veicolando con delicatezza il messaggio di un’accoglienza possibile: Fahim riesce ad adattarsi con l'aiuto dei suoi nuovi amici e dell'allenatore di scacchi ed è proprio grazie a questi legami che alla fine trionfa. Qualcosa di Meraviglioso unisce i temi dell’integrazione, della diversità e della lotta alla discriminazione utilizzando gli scacchi come metafora della vita: un campo di battaglia che presuppone rispetto reciproco tra due avversari in un dialogo costante, al fine di trovare una soluzione mediante il ragionamento, con la forza della creatività, senza dare nulla per scontato.