Preghiera per Černobyl', di Svetlana Aleksandrovna Aleksievič

Cronaca del futuro

Creato da:
Alice
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Ultimo aggiornamento: 14/07/2022

26 aprile 1986. Ore 01.23 e 58 secondi. Una serie di esplosioni porta alla distruzione del reattore e del fabbricato della quarta unità della centrale elettronucleare di Černobyl'. Per la piccola Bielorussia e la sua popolazione è una catastrofe nazionale: 485 cittadine e villaggi sono andati perduti. Di questi, 70 sono stati completamente interrati. Nel momento esatto in cui è avvenuto il disastro di Černobyl' ci sono state due catastrofi concomitanti: una sociale, l’altra cosmica. La prima parla della situazione di sofferenza della popolazione della Bielorussia: non vi era idea di cosa fosse accaduto, di come ricevere le cure e di dove rifugiarsi; la seconda, quella cosmica, riguarda il fatto che il livello di radioattività verrà registrato in diversi paesi del mondo anche solo dopo meno di 24 ore. Al momento il quarto reattore, denominato “Ricovero”, conserva nel suo ventre foderato di piombo e cemento armato circa venti tonnellate di combustione nucleare. La realizzazione del sarcofago era stata realizzata da ingegneri di San Pietroburgo, con l’aiuto “da lontano” di robot ed elicotteri. Quanto durerà? Non ci è dato sapere, visto che ancora oggi è impossibile avvicinarsi a gran parte degli assemblaggi e strutture e quindi non si può valutare la possibile durata.
Si è parlato e scritto tantissimo di questo disastro tecnologico, considerato il più grande del XX secolo. Questo libro lo consiglio in quanto non sarà l’ennesimo saggio di dati, ipotesi, fatti scientifici, bensì una testimonianza di quella che viene definita sostanzialmente catastrofe sociale.
L’autrice, premio Nobel per la Letteratura nel 2015, Svjatlana Aljaksandraŭna Aleksievič (traslitterato: Svetlana Aleksandrovna Aleksievič), nel 1997 dà alle stampe Černobyl' skaja molitva, un libro che parla del popolo dimenticato di Černobyl'. Sono passati 10 anni dalla tragedia quando la prima edizione viene pubblicata. In essa la giornalista e scrittrice compie un viaggio lungo tre anni, rivolgendo le proprie domande a vari dipendenti della centrale, a uomini e donne che hanno dovuto abbandonare le loro case o ad altri che, al contrario, continuano a vivere nella zona proibita. L’innovazione di questo libro è la possibilità che viene data di esporre la propria verità a coloro che hanno vissuto la tragedia sulla loro pelle. Diviso in tre capitoli, Preghiera per Černobyl' riporta le testimonianze sotto forma di monologhi, e dà voce a quelle persone che la notte del 26 aprile 1986 hanno visto una forte luce bianca provenire dalla centrale che ha cambiato completamente la loro vita.
L’autrice scrive in una sezione  all’interno del volume, riguardo la sua indagine: “Ho intervistato persone di professioni, destini, generazioni e temperamenti diversi. Credenti e atei. Contadini e intellettuali”.  

Svetlana Aleksievič, nata in Ucraina il 31 maggio 1948, è nota per essere stata la principale cronista tra i connazionali che trattò gli eventi principali dell’Unione Sovietica della seconda metà del XX secolo. Nel 2015 riceve il premio Nobel per la Letteratura "per la sua scrittura polifonica, un monumento alla sofferenza e al coraggio nel nostro tempo".
“La guerra non ha un volto di donna: L'epopea delle donne sovietiche nella Seconda Guerra Mondiale” o “Ragazzi di Zinco” sono due dei più famosi libri scritti dalla Aleksievič, tradotti poi in venti paesi.
Preghiera per Černobyl' è stato tradotto l’ultima volta basandosi sul testo riveduto e ampliato dall’autrice nel 2001, rinnovato rispetto alle edizioni tradotte precedentemente, racchiudendo al suo interno un maggior numero di interviste e di testimonianze.

Per un ulteriore sguardo sulle realtà descritte da questa scrittrice Premio Nobel: clicca qui

Consigliato da
Alice
bibliotecaria

Il disastro di Černobyl' è un evento che ha da sempre smosso in me un certo interesse, portando a documentarmi per comprenderne anche i lati più cupi. La mia fonte principale erano i saggi o i documentari che trattassero i fatti come erano veramente accaduti, basandosi su testimonianze e dati scientifici, escludendo qualunque nozione fosse priva di fondamento, perché in fondo è natura dell’uomo creare falsi miti riguardanti fatti in cui molti punti sono ancora oscuri. Chiesi a parenti e conoscenti che ricordi avessero dell’epoca, essendo stata esposta alla radioattività quasi tutta Europa. Non è appropriato forse usare la parola “epoca” perché in fondo sono passati solo 36 anni. Quel disastro appare per certi fattori così lontano dal presente, ma il realtà e più attuale che mai.
Quando era piccola ricordo dell’arrivo in Italia di giovani che venivano chiamati bambini di Černobyl'. Per loro e per la loro salute era fondamentale trascorrere dei lunghi periodi in luoghi in cui respirare aria più pulita, bere acqua e mangiare cibi privi di residui radioattivi. Era impossibile cercare di immedesimarsi in loro ma non era raro mi chiedessi cosa fosse significato per la popolazione vicino alla centrale tale avvenimento o come fossero cambiate le loro vite.
Preghiera per Černobyl' è arrivato con tutta la sua potenza a rispondere a questa mia domanda. Per una volta Černobyl' non era solo dati storici o scientifici che rendevano l’accaduto impalpabile, ogni parola era la rappresentazione e la voce della gente comune, quella la cui vita fu spazzata via e sconvolta dal più grande disastro tecnologico del XX secolo. L’autrice di questo libro ha creato un raccoglitore di testimonianze drammatiche, senza mai interrompere con la voce quella dei veri protagonisti. Ho apprezzato tantissimo questo stile di narrazione, in quanto, a mio parere, era il modo più adatto per rappresentare al meglio e far comprendere a chiunque questo disastro. Da ogni testimonianza si comprende la devastazione e il senso di impotenza, di abbandono che le persone hanno provato. Non riporterò numerosi esempi, ma una testimonianza mi ha colpita più di altre: in un primo momento nulla aveva fatto supporre una tale gravità: le persone erano state lasciate “all’oscuro” e inviate per spegnere un semplice incendio. Ljudmila Ignatenko, moglie del defunto vigile del fuoco Vasilij Ignatenko raggiunse il marito in ospedale, nascondendo alle infermiere il fatto che fosse incinta. La bambina assorbirà le radiazioni dal padre, salvando la madre stessa.
Sono consapevole che non sto consigliando un libro dai temi leggeri o spensierati, ma nelle grandi tragedie viene data voce ai “potenti”, a coloro che ricoprono un ruolo non marginale nella società, dimenticando come il prezzo maggiore lo paghi il popolo. Preghiera per Černobyl' è un libro potente, che mette in primo piano finalmente, seppur sfortunatamente, le persone comuni, in cui nulla è lasciato all’immaginario o al sentito dire. Una tragedia del genere non è solo estremamente attuale ma dimostra come lo sviluppo tecnologico e scientifico possa purtroppo scontrarsi con le lacune presenti nella realtà umana.

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