Greta Gerwig e Saoirse Ronan, dopo "Lady Bird", tornano a collaborare in questa nuova trasposizione cinematografica del celebre romanzo della Alcott. La trama è ben nota: il percorso di crescita di una famiglia composta da sole donne. Ma cos'ha di nuovo e innovativo questa versione delle avventure delle sorelle March? Innanzitutto la regista decide di unire i romanzi della serie alla biografia dell'autrice: in Jo March si può individuare la presonalità della stessa Alcott mentre scriveva questo romanzo, sottolineando le difficoltà che un'autrice donna incontrava sul suo cammino nel tentativo di affermarsi nel mondo letterario. Le sorelle March sono tutte donne dal grande carisma, ognuna con i propri sogni e le proprie paure. Lo spettatore riesce ad immedesimarsi e a sentirsi vicino alle giovani protagoniste nonostante gli ideali e la mentalità siano distanti da quelli moderni. In questa nuova versione di "Piccole Donne" ci si può persino affezionare al personaggio di Laurie (interpretato da Timothée Chalamet), solitamente detestato dalla maggioranza di lettori. La Gerwig mette in risalto le difficoltà delle ragazze in un mondo prevalentemente maschile: la loro autonomia, la natura contrattuale del matrimonio e quindi la mancanta indipendenza economica per la donna senza però rinunciare all'originalità del romanzo, ai suoi significati più importanti e alle sue frasi celebri. Il film ha ottenuto 6 candidature ai Premi Oscar, vincendone una per i "Migliori costumi".
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