Il 5 marzo 1922 nasceva uno degli artisti italiani più controversi e poliedrici del ‘900: scrittore, editorialista, pittore, drammaturgo, regista, sceneggiatore. Le sue opere continuano a parlarci e ci sorprende come la poetica e l’analisi del suo tempo sia ancora fortemente attuale. La sua morte avvenuta prematuramente alla sola età di 53 anni, è ancora avvolta nel mistero di un giallo all’italiana, sospeso tra la pista politica e quella personale.
Attratto dallo sperimentalismo del dialetto che gli consentiva l’utilizzo di una lingua orale non consunta dall’uso della scrittura letteraria, cantore degli esclusi, di quella schiera di persone sfruttate dal capitalismo ed emarginate dal pensiero medio borghese, fin dalla sua prima produzione Pasolini si pone come antifascista dal punto di vista culturale, abbracciando il pensiero marxista in forte opposizione alla società del suo tempo.
Nelle sue opere ritroviamo le contraddizioni di un’epoca in trasformazione: l’Italia contadina che diviene in pochi anni un Paese industrializzato, consumista, privato delle proprie radici culturali, e del rapporto con la natura.
La passione per il cinema che lo porta a scrivere varie sceneggiature prima di diventare regista, si manifesta trasportando nelle proprie opere quella stessa poetica letteraria che lo aveva reso famoso: il realismo del sottoproletariato romano, il desiderio di dar voce alle classi sociali marginali, la poesia; accostandosi via via a una ricerca filosofica e a un’estetica più elitaria.
Le biblioteche del Comune di Mira, in occasione del centenario della nascita, rendono omaggio a questo straordinario narratore, proponendoti un invito alla lettura delle sue opere e alla visione dei suoi film attraverso una bibliografia che include i suoi testi letterari, le sue opere cinematografiche e un apparato di saggi critici che ti guideranno a riscoprire e a capire uno dei più grandi intellettuali del secolo scorso.