Forse non è tra i titoli più noti del visionario scrittore e proprio per questo lo consiglio. Anche in questo racconto si rimane stupefatti dalla lungimiranza e dalla fantasia di Verne. Una fantasia non totalmente astratta ma che spesso prende spunto da una neonata invenzione sviluppandone mentalmente le potenzialità, fino a creare visioni per l'epoca assolutamente fantascientifiche ma attualissime, se non addirittura innovative, ai giorni nostri. Ma in questo libro non mi ha colpito solo per la preveggenza "tecnica" dell'autore ma anche la forte contrapposizione tra il pensiero scientifico-matematico e quello letterario-filosofico. La ragione si oppone al sentimento ma la perdita di sogni, poesia, romanticismo, emozioni, annulla anche l'umanità delle persone che diventano uno spettro ridicolo le cui razionalità stessa diviene, per assurdo, irrazionale.