Ci vuole un po' per entrare nella scrittura di Bruno Barilli, inizialmente si rimane spaesati dalla bellezza delle parole e dalle suggestioni che ne emergono. Che libro è? Di poesia nostalgica? Una guida della Parigi dei bei tempi a inizio del '900, quando la città era così fremente da far girare la tesa a chiunque, eppure già protesa verso un rococò del declino? Oppure è un'analisi sociale che da un lato invidia e dall'altro condanna? In questo libro, tra rimpianto e disprezzo troviamo tutto questo. Il racconto di una società morente, dove l'apparenza, lo scintillio, la fama è l'unica cosa che conta. Dove si vive giorno per giorno e dove è obbligatorio uscire, divertirsi, vivere. La riservatezza é l'oblio da temere. Scritto probabilmente nel 1938, questa nuova edizione di Quodlibet, ci permette di riscoprire questo eclettico scrittore.