Occhi di ghiaccio, sorriso beffardo

Il 26 gennaio di quest'anno avrebbe compiuto cent'anni Paul Newman, considerato uno dei più grandi attori nella storia di Hollywood. Particolarmente attivo tra la fine degli anni '50 e la metà degli '80, dopo alcune comparsate televisive esordì al cinema nel '54, alla soglia dei trent'anni, nel film Il calice d'argento che, per la verità, non riscosse molto successo. Scusatosi pubblicamente per la sua interpretazione poco brillante, si rifece immediatamente coi lavori successivi, ottenendo l'approvazione di pubblico e critica grazie alle partecipazioni da protagonista in pellicole come Lassù qualcuno mi ama, La gatta sul tetto che scotta, La lunga estate calda, Lo spaccone, Nick mano fredda che lo consacreranno, assieme e successivamente a Marlon Brando e James Dean, come uno dei giovani attori tormentati di quel periodo.
Nella sua lunga carriera è stato diretto da alcuni dei registi più influenti del panorama americano, quali Huston, Rossen, Ritt, Hitchcock e Lumet, dando vita ad interpretazioni iconiche come il fuorilegge Butch Cassidy nella pellicola omonima piuttosto che il truffatore Henry Gondorff ne La stangata, senza però restare legato ad un personaggio in particolare. Dopo numerose candidature agli Oscar come Miglior attore protagonista, riuscirà ad aggiudicarsi la prima, sospiratissima statuetta nel 1987 (dopo averla ricevuta alla carriera l'anno precedente) interpretando nuovamente l'asso del biliardo Eddie "Lo svelto" Felson ne Il colore dei soldi di Martin Scorsese, seguito ideale de Lo spaccone. Ritiratosi dall'attività di attore nel 2002 dopo la miniserie televisiva Empire Falls - Le cascate del cuore, è morto di malattia nel 2008.