In occasione del 70º anniversario della nascita di Massimo Troisi, riproponiamo uno dei titoli che l'ha reso più celebre: il divertentissimo e al tempo stesso malinconico - come spesso lo stesso artista riusciva ad essere - "Non ci resta che piangere", commedia scritta, diretta e interpretata al fianco di Roberto Benigni, altro gigante del nostro cinema.
Campagna toscana. Il bidello Mario e l'insegnante Saverio sono fermi a un passaggio a livello, in attesa che il treno passi. I due sono amici e si confidano a vicenda. Saverio tra l'altro è preoccupato per sua sorella Gabriella, caduta in depressione per il fallimento della sua relazione con un ragazzo statunitense. L'attesa si protrae e decidono di percorrere una stradina tra i campi. Dopo un po' restano in panne con l'auto in mezzo alla campagna. Si fa sera, piove. I due trovano alloggio in una locanda per la notte, in cui si notano già candele, penna e calamaio. Salgono nella stanza e vi trovano già un'altra persona che dorme.
La mattina dopo, appena svegli, vedono, divertiti, l'ospite urinare dalla finestra, ma le loro risa vengono subito troncate dal sibilo di una lancia che lo uccide. Mario e Saverio scorgono fuggir via delle persone in mantello nero a cavallo, si precipitano al piano terra e trovano altre persone, vestite in modo molto strano. Increduli, si fanno dire da un uomo dove si trovano e scoprono di trovarsi a Frittole, un immaginario borgo toscano, nel 1492. [Fonte: Wikipedia]
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