Never-Ending Man: Hayao Miyazaki

un documentario-intervista del 2016 diretto da Kaku Arakawa

Creato da:
Alice
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Ultimo aggiornamento: 22/03/2023

Hayao Miyazaki è un regista, sceneggiatore, animatore, fumettista e produttore cinematografico giapponese. Nato a Tokyo il 5 gennaio 1941, è considerato uno dei più influenti animatori della storia del cinema e, secondo alcuni, il più grande regista d'animazione vivente. Con una carriera lunga quasi quarant'anni, ha all'attivo numerosi lungometraggi e serie tv. I suoi lavori hanno saputo varcare i confini giapponesi, tanto che Miyazaki al momento è considerato l'esponente dell'animazione giapponese più noto e apprezzato all'estero. Nel 1985, insieme a Isao Takahata, Toshio Suzuki e Yasuyoshi Tokuma, decide di fondare lo Studio Ghibli. I film realizzati dallo studio sono tra i più visti nella storia del Giappone, ricordo alcuni titoli: Il mio vicino Totoro e Kiki - Consegne a domicilio, Princess Mononoke e tantissimi altri. La maggior parte del repertorio dello studio è stato realizzato dallo stesso Miyazaki. La coppia Miyazaki-Studio Ghibli riceve la consacrazione nel 2003, quando il produttore vince l'Oscar al miglior film d'animazione con La città incantata e diventando così il primo (e finora l'unico) regista di anime a vincere tale riconoscimento. Hayao, inoltre, è anche un fumettista. La sua più importante opera in questo campo è il manga Nausicaä della Valle del vento, dalla quale è liberamente tratto l'omonimo film del 1984, diretto dallo stesso regista. Miyazaki è stato influenzato da numerosi autori, dai quali ha sempre attinto un qualcosa e l'ha modificato secondo le sue esigenze. Alcuni sono: Ursula K. Le Guin, Lewis Carroll e Diana Wynne Jones, ma anche uno degli autori più conosciuti per ragazzi: Roald Dahl, oppure per citare un giapponese Akira Kurosawa. Nel 2013 annuncia pubblicamente il suo ritiro in una conferenza stampa, affermando che il lungo lavoro di un lungometraggio non è più conciliabile con la sua età. Ma nel 2015 con un'altra conferenza stampa presso la sede dello studio Ghibli, annuncia che ha un'ultima sfida prima di ritirarsi definitivamente: realizzare un cortometraggio girato in CGI. Ecco come nasce: Kemushi no Boro. Il documentario si focalizza dal momento dell'annuncio del ritiro alla realizzazione del cortometraggio, una telecamera registra i pensieri anche più intimi del regista e la meticolosità che lo ha sempre caratterizzato nel compimento delle sue opere. Il regista della TV giapponese NHK documenta il riavvicinamento del maestro al mondo dell’animazione, stavolta col supporto dei giovani animatori di CGI. Una sorta di vecchia scuola che insegna alla nuova, ma anche viceversa. Due mondi si incontrano e si uniscono per realizzare un bruco appena nato che compie i suoi primi passi nel mondo.

 

 

Consigliato da
Alice
Era il 1979 quando Hayao Miyazaki realizzò per la Tokyo Movie Shinsha il suo primo lungometraggio Lupin III - Il castello di Cagliostro, mentre era il 2018 quando realizzò il suo ultimo cortometraggio Kemushi no Boro. In 36 anni di carriera ha all'attivo un numero considerevole di lungometraggi, cortometraggi e serie tv. Ho sempre amato i lavori dello studio Ghibli e dello stesso Miyazaki. Quello che mi ha sempre colpito è come un disegno del fumettista prenda vita nell'anime ed è, a mio parere, pura magia per il suo tratto fine e anche per tutti quei particolari che li rende simili alla realtà. Il documentario a mio parere è una piccola finestra sul lavoro del regista. Infatti, la telecamera lo segue durante un normale giorno lavorativo allo studio Ghibli. Come già detto, è incentrato sulla realizzazione del suo primo cortometraggio con la tecnica CGI. Mi ha colpito molto la personalità del regista che viene fuori: nonostante non abbia lavorato tanto con questa tecnica, anzi si potrebbe dire che non la ami particolarmente, si mette in gioco e affronta una nuova grande sfida. Cerca di adattare il suo creare anime. Ricordo in particolare una scena in cui gli animatori CGI, avevano appena digitalizzato il bruco e lo stavano facendo muovere per la prima volta. La considerazione di Miyazaki fu: "Non mi convince, il corpo si muove troppo, alla fine i movimenti di un neonato sono ancora statici. Riproviamoci!" Per lui il bruco appena uscito da un uovo non poteva muoversi così "naturalmente" e fluidamente. Oppure un'altra "critica" posta ai giovani collaboratori fu che il bruco nell'atto dello strisciare si alzasse poco, il corpo doveva sostanzialmente curvarsi di più. Cito questi esempi per rafforzare il concetto che esprimevo sopra, i particolari che non devono essere mai tralasciati sennò rendono innaturale la creazione. Questo documentario mi ha colpito molto per il fatto che si vede un grande regista che nonostante la sua lunga carriera non smette di imparare e di mettersi in gioco. La telecamera lo immortala anche in momenti più privati della sua vita, nei quali esprime i suoi pensieri ma anche le sue preoccupazioni. Ecco che allora non è più il grande regista ma un semplice uomo con le sue riflessioni e preoccupazioni. Da fan di questo grande regista e per tutti questi motivi, consiglio vivamente la visione di questo documentario che, inoltre, dura solo 1 ora e dieci minuti.
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Never-ending man: Hayao Miyazaki [DVD]

Arakawa, Kaku
Nel settembre del 2013, Hayao Miyazaki annunciò improvvisamente il suo ritiro dal mondo del cinema. Nonostante questa decisione, non poté trattenere il suo inarrestabile desiderio per la creazione, decidendo di esplorare nuove forme espressive e nuove tecnologie. ...
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