Nelle foreste siberiane, febbraio-luglio 2010, di Sylvain Tesson

Diario di un eremitaggio

Creato da:
Lisi
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Ultimo aggiornamento: 22/07/2021

Sylvain Tesson è uno scrittore, giornalista e viaggiatore francese. Da ventenne ha compiuto il giro del mondo in bicicletta. In seguito ha attraversato a piedi l’Himalaya, ha percorso a cavallo le steppe dell’Asia centrale, ha partecipato a spedizioni archeologiche in Afghanistan e Pakistan ed ha effettuato ancora altri percorsi, a piedi e in bicicletta, nell’Asia centrale.

Nel 2010 ha realizzato un’idea, che aveva in programma da tempo, andando a vivere in solitudine per sei mesi (da febbraio a luglio) in una capanna situata nel sud della Siberia, in riva al lago Bajkal, all’interno della riserva naturale Bajkal-Lena. Di questa esperienza tiene un diario, che uscirà un anno dopo, con il titolo Nelle foreste siberiane (Dans les forêts de Sibérie).

Come un discepolo di Thoreau , si mette alla prova sperimentando una nuova modalità di “viaggio”, alla ricerca di un’intensa vita interiore. Il villaggio più vicino è a 120 km di distanza, mentre a 30 km di distanza a nord e a sud si trovano le stazioni della riserva dove vivono gli ispettori forestali. Vive un’esperienza da eremita, conducendo una vita semplice, essenziale ed affrontando le difficoltà che l’ambiente, il clima e la natura gli presentano quotidianamente. La sua motivazione principale è “non pesare troppo sulla superficie del pianeta”.

La vita nella capanna è regolata da un programma scarno ma necessario. Tagliare la legna per riscaldarsi, pescare, leggere, esplorare il territorio circostante, ma soprattutto osservare e restare in ascolto. Ogni tanto incontra gli ispettori forestali o visitatori di passaggio, per ritrovare poi con maggiore felicità la quiete della sua solitudine. La capanna in cui vive è circondata da boschi di cedri siberiani, pini, betulle. I boschi sono popolati da numerosi animali selvatici, compreso l’orso. Di fronte si estende la vastità del lago Bajkal.

Da febbraio, ancora nei rigori dell’inverno siberiano, fino a luglio ha modo di osservare lo spettacolo del risveglio della natura, lasciando scorrere il tempo ed affidando alla scrittura il compito di registrare e descrivere quei cambiamenti.


Il lago Bajkal, chiamato dai russi Grande Mare o Mare sacro, è il lago più antico e più profondo al mondo e contiene circa il 20% della riserva d’acqua dolce del pianeta. Di eccezionale interesse scientifico per la ricchezza di fauna e flora endemica e per la bellezza dei paesaggi circostanti, è un sito protetto dall’Unesco.

Consigliato da
Lisi
Di questo libro mi ha attratto l’idea di doversi misurare con la grandezza, la potenza e a volte la crudeltà della natura. Trovo allettante l’idea di trascorrere un soggiorno in solitudine, in piena libertà in un ambiente incontaminato, nel folto delle foreste ad osservare la bellezza della natura, in tutte le sue forme. Allo stesso tempo riconosco che in un’ impresa simile bisogna affrontare tutte le difficoltà che si incontrano in un ambiente naturale completamente diverso da quello abituale, in un paese lontano dove si parla una lingua diversa. Nella capanna ci si misura con la solitudine, si deve faticare per procurarsi il necessario per sopravvivere, nelle insidie di un clima rigidissimo, ma ci si può anche concedere il piacere di lasciar trascorrere il tempo, nella consapevolezza che il non agire non sia tempo perso. Nel rifugio c’è molto da fare: osservare, ascoltare, leggere, meditare, scrivere. 
Le descrizioni dell’ambiente e del clima sono evocative. Sembra di essere alla finestra della capanna ad assistere allo spettacolo dell’alba sul Bajkal, assieme alle amiche cince. Sembra di sentire gli scricchiolii e i tonfi delle crepe che si aprono sullo spesso ghiaccio del lago mentre il soffio del vento implacabile lo spazza e fa scricchiolare il legno dell’isba.
Può sembrare “eccentrico”, strano, consigliare un libro che parla di isolamento, di solitudine in un momento come questo. Siamo appena usciti da un anno e mezzo di restrizioni dovute al diffondersi della pandemia e tutti fremono per tornare ad incontrarsi, vivere assieme esperienze, recuperare il tempo vissuto rinchiusi nelle nostre case.  Forse è proprio questa la motivazione: il desiderio di natura incontaminata, di spazi immensi, di silenzi e colloqui interiori, per purificarsi da tanta tensione, da tante discussioni, da tanto dolore, trovando l’avventura nelle pagine di un libro.
 
copertina Nelle foreste siberiane, febbraio-luglio 2010

Nelle foreste siberiane, febbraio-luglio 2010

/ Sylvain Tesson
Un noto scrittore e viaggiatore ha deciso di lasciare Parigi. Saluta gli amici, la fidanzata, il la...
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