Il bibliotecario Alfonso Malinverno ha una fervida fantasia, supportata dalle molte storie dei libri letti nella sua vita e che lo accompagnano nella quotidianità dove, un po' per gioco, scambia i personaggi reali con i protagonisti dei suoi amati libri. Da quando, oltre che alla biblioteca, deve occuparsi anche di controllare il cimitero, le sue storie coinvolgono anche i defunti, le cui fotografie sulle lapidi gli suggeriscono i racconti più fantasiosi.
Ma a colpirlo particolarmente è una lapide con la sola fotografia senza nome né date. Solo una fotografia, una donna dallo sguardo candido e franco, i capelli divisi in due bande liscissime e l'incarnato pallido. Per lui è da subito la sua Madame Bovary, la sua Emma. Sarà una sconosciuta da poco in paese a svelargli, poco alla volta, una storia che mai Astolfo avrebbe saputo immaginare.