Sebbene le origini della Mafia sembrino risalire all'inizio dell'800, fu solo nel 1982 il deputato Pio La Torre volle con decisione che venne stabilita la definizione di "associazione mafiosa", che permettesse di individuare e rendere imputabile un vero e proprio capo d'accusa che chiamasse in causa la sfera giuridica. Il terzo comma dell'articolo 416bis del Codice penale italiano recita:
"L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgano della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali."
A cavallo tra gli anni '80 e '90 si è cercato di comprendere come si è arrivati ad avere delle organizzazioni mafiose così ramificate, organizzate e diffuse. Si è quindi ritenuto di analizzarne l'origine con un approccio più storiografico che valutasse con più puntualità anche i racconti orali tramandati dalla popolazione e che quindi, proprio per la loro forma non scritta, possono esser stati deviati dall'origine reale.
Sta di fatto che quello che noi tendiamo a identificare con il temine Mafia, sono delle realtà indipendenti e spesso in competizione tra loro, che includono, in Italia, Cosa Nostra, Camorra, 'Ndrangheta e Sacra corona unita, ovvero delle organizzazioni trasversali che coinvolgono le gestione di traffici illeciti di varia natura, ma anche corruzione, intimidazione, violenza, sequestri e omicidi di persone, fino a mirare alla gestione del potere politico e delle forze dell'ordine.
Grazie alla capillarità di questi sistemi tentacolari a piovra, è avvenuto purtroppo con successo, un passaggio da un'origine di bande delinquenziali il cui dominio era in antagonismo con quello dei grandi latifondisti che appartengono a quella che sembra una lontanissima epoca prebellica, a una condizione non più rurale ma urbana, con controllo degli appalti edili, gestione di rifiuti tossici, traffico di armi e umano.
La difficile individuazione dei responsabili e dei capi di queste organizzazioni, è dovuta in parte all'omertà della popolazione tenuta in scacco da un clima di terrore intimidatorio e di ritorsione, ma anche da un esercito di persone, "per bene" e incensurate, che nulla hanno a che fare con quello che è il classico delinquente immaginario pistola alla mano, ma che gestiscono piuttosto gli affari tecnici e amministrativi delle organizzazioni, mediante riciclaggio di denaro, gestione di grosse imprese, di banche e non ultimo infiltrazioni e pressioni politiche. Proprio questa trasversalità è riuscita a garantire una fonte enorme di finanziamenti e un potere tale da sfidare lo stesso Stato Italiano. Per comprendere meglio un panorama così complesso e strutturato, riteniamo che possano essere utili gli approfondimenti bibliografici qui proposti, affinché non sia banalizzata la parola Mafia associata e una qualsivoglia organizzazione criminale, come sosteneva anche il giudice Giovanni Falcone:
"Mentre prima si aveva ritegno a pronunciare la parola «mafia» […], adesso si è persino abusato di questo termine […]. Non mi va più bene che si continui a parlare di mafia in termini descrittivi e onnicomprensivi perché si affastellano fenomeni che sono sì di criminalità organizzata ma che con la mafia hanno poco o nulla da spartire."
(Fonte Wikipedia)