Quando Lucy è in campo e tiene la palla in mano non si sente più invisibile ma si trasforma nella Dea guerriera di Manhattan, l’isola dalle molte colline. Il basket è la sua passione e soprattutto adora giocare con Percy, il suo migliore amico per cui nutre dei forti sentimenti che vanno ben oltre all’amicizia. Lui però non la considera come le altre ragazze, con lei filosofeggia, si rifugia sopra i tetti a fumare, si confida e non perde mai nessuna delle sue partite con la squadra della scuola.
Nel minimalista elenco di amicizie di Lucy c’è anche Alexis, molto diversa e per questo complementare. E poi c’è sua cugina, femminista convinta, che le passa le letture giuste ad ogni occasione, la quale sta cercando disperatamente la strada giusta per far emergere la sua personalità artistica, ma che finisce sempre per competere con la sua coinquilina, che invece la strada giusta in questo campo l’ ha già trovata e piano piano sta per conquistare il podio. Ha anche due genitori molto in gamba, che hanno messo sempre la famiglia al primo posto.
Lucy è curiosa e attenta, sa porsi le giuste domande, è una grande osservatrice e leggere alcuni passi di questo incredibile romanzo è come camminarle affianco e scoprire con lei dettagli e sfumature di una NewYork che non si ferma mai e che cambia in un battito di ciglia:
“Supero il lavasecco e il negozio di elettronica e TownShop, il negozio di intimo dove vecchie signore grasse ti palpano per dirti la tua vera misura di reggiseno prima di ficcartene in mano uno da trenta dollari, che tu paghi anche se è troppo caro perché quasi ti vergogni che loro debbano palpare la gente per guadagnarsi da vivere, e poi il ristorante, Polistina’s, dove un tempo c’era Teacher’s Too e prima ancora Teacher’s. Supero la drogheria coreana che vende i migliori ravioli fritti del pianeta, che prima di rinunciare alla carne io mangiavo tutti i giorni a pranzo, e ha un bancone zeppo di erbe dall’Estremo Oriente chiuse in pacchettini dai colori elettrici che promettono erezioni prolungate. Supero Burger King e la vetrina scintillante di una nuova agenzia della Chase Bank e il chiosco dell’edicola che ha venduto a Percy tutti i suoi numeri di «Juggs» e «Hustler» e «High Times» e i sigari della Phillies Blunts molto prima che lui sembrasse abbastanza grande per poterli comprare. Supero Harry’s Shoes, che ha in vetrina una marea di scintillanti brogue e décolleté da donna, dove mia madre mi comprava le saddle che ero obbligata a indossare durante le feste di famiglia anche se mi uccidevano i piedi. Supero Edgar’s, da Edgar Allan Poe, che credo avesse una casa sull’Ottantaquattresima e adesso per rendergli omaggio hanno aperto questo caffè con quelli che sembrano gli arredi di una produzione Broadway di The Raven, e che serve la miglior torta di cioccolato a sette strati del mondo. Supero Broadway Market, dove la mercanzia ha sempre un’aria un po’ deprimente, e poi Ray’s Pizza, dove trovi la pizza con la crosta più buona del quartiere…”
Un romanzo travolgente e difficile da lasciare. Uno sguardo onesto su un’età difficile a volte incomprensibile.