La protagonista di questo libro si chiama Alice, ha 11 anni e ha appena scoperto che i suoi genitori vogliono separarsi. Il padre è un biologo marino e le propone di partire con lui per la sua spedizione di ricerca alle Azzorre. Alice non sopporta di dover lasciare sola sua madre e di fare un esperienza come questa senza entrambi i genitori. Se inizialmente si sente frenata, spaventata e intimidita dal gruppo di persone con cui dovrà trascorrere intere giornate in mare aperto, molto presto invece si rivelerà essere per lei un’esperienza indimenticabile, durante la quale avrà l’occasione di conoscere il cetaceo più grande al mondo, Libera, la balenottera azzurra, accompagnata da Luna, il suo piccolo cucciolo. Grazie a questo incontro speciale avrà mondo di conoscere e capire molte cose del suo papà che fino ad allora non aveva neanche mai sospettato. Inoltre, grazie soprattutto a Libera e a Damian, riuscirà a trovare il coraggio di affrontare finalmente le proprie paure.
Un libro che parla della difficoltà di crescere e di comprendere le scelte di un mondo adulto ancora troppo sconosciuto. Ma non solo, in questo libro si parla del vero significato di famiglia, inteso non per forza come quella tradizionale; nel momento stesso in cui Alice sale sulla barca, comincerà da subito a sentirsi parte del gruppo, provando il bisogno di dare il suo contributo per aiutare gli altri nei momenti di maggior difficoltà. Questo romanzo è anche un inno alle meravigliose creature che appartengono a questo pianeta, che ci sembrano apparentemente tanto lontane da noi, con le quali invece abbiamo davvero tanto in comune. La solidarietà fra le specie a volte è in grado di abbattere qualsiasi barriera legata a distinzione di razza, sesso o religione che sia.
“Forte e libera
Alilù era in piedi, in cima alla ripida scogliera. Il vento soffiava forte ma lei non aveva mai avuto paura del vento. Non aveva mai avuto paura di niente.
Sotto di sé il mare si estendeva a perdita d’occhio.
Non conosceva il nome di quella distesa di acqua infinita che non le aveva riservato che pericoli.
Pirati, mostri marini, alghe insidiose come trappole che volevano trascinarla giù. Niente e nessuno l’aveva mai sconfitta eppure certe notti sentiva nel cuore una profonda nostalgia per qualcosa. Allora l’impavida Alilù lasciava il posto ad una timida ragazzina che non si buttava a capofitto contro il pericolo,
ma lo rifuggiva per difendere il proprio cuore.
Sarebbe arrivato presto il momento in cui avrebbe capito che non sempre si poteva sfuggire dal dolore,
il momento in cui accogliere la paura avrebbe significato superarla,
non solo con lo spavaldo coraggio dell’incoscienza, ma con tutta la forza racchiusa in se stessa.”