Può l’invito ad una conferenza da parte di un’università dell’Europa orientale nei confronti di un’illustre esperto di diritto internazionale britannico partorire un libro che "sforna" allo stesso tempo mezzo secolo di storie personali, di paesi e di territori, di minoranze e di scienza giuridica?
Nel caso de La strada verso Est di Phillipe Sands sembra proprio di sì!
L’insigne avvocato, che ha ricoperto varie cattedre universitarie da Cambridge all’Università di Melbourne, di Indiana, alla Harvard Law School ed infine al King’s College di Londra, che ha esercitato l’avvocatura nei vari gremii delle corti internazionali, “inciampa”, per così dire, in un invito dell’Università ucraina di Lwiw (Lemberg o Leopoli) e con esso nel suo passato personale e professionale.
Inizia così un viaggio a ritroso, fatto di ricerche d’archivio, di interviste a testimoni oculari, di sopralluoghi di persona, dalla Galizia, attraverso la Polonia, la Lituania fino alla Francia, all’Inghilterra e agli Stati Uniti d’America.
La città Leopoli ed i suoi dintorni risultano esser stati culla ed il fulcro per il primo lustro di vita, non soltanto di un antenato suo, il nonno materno Leon Buchholz, ma pure di due studiosi fondamentali per l’ambito dei diritti civili, del diritto internazionale in particolare, e per essere ancor più preciso quello penale. Il primo, Hersch Lauterpacht, cattedratico a Cambridge, consulente per il Foreign Office, persona tanto integrata nell’establishment britannico quanto austero emozionalmente, elaborò il concetto di crimini contro l’umanità così come appare ancora oggi. Raphael Lemkin, l’altro giurisperito ed avvocato, ebreo pure lui, ma come carattere diametralmente opposto al collega, lavorò per quasi tutta la sua vita, prima in Polonia e poi negli Stati Uniti, sul problema delle discriminazioni e persecuzioni delle minoranze e arricchì il diritto internazionale del concetto e della fattispecie penale del genocidio.
Apparve chiaro all’autore che gli avvenimenti della Galizia post-imperiale – dopo la partenza dell’esercito austro-ungarico nel 1918 città e territorio di Leopoli conobbero guerre civili, pogrom di ebrei, reiterati cambi di governo, stati ed ideologie con fiumi di sangue che scorrevano e migliaia di migliaia di morti - abbiano impresso sulle coscienze dei protagonisti indelebilmente il loro marchio. Da qui gli interrogativi che gli studiosi ebrei si posero circa il diritto e la protezione dell’individuo nei confronti degli stati – per inciso il nonno di Sands era, per sua disgrazia e fortuna, apolide – da una parte, e le protezioni ed i diritti delle minoranze etniche, religiose e culturali in Polonia, in Unione Sovietica e, infine, soprattutto nel Terzo Reich, dall’altra.
Lo sterminio del popolo ebreo europeo durante la seconda guerra mondiale impattò in modo brutale sul territorio dell’odierna Ucraina occidentale. La stragrande maggioranza dei crimini perpetrati dalle Sondereinsatzgruppen, di quelli inflitti nei Lager e Nebenlager di Treblinka, Majdanek, Sobibor e Belzec, si svolse là, nel Governatorato Generale per le aree occupate della Polonia, regno di Hans Frank, Obergruppenführer e consulente legale personale di Hitler. Come tale, gettò la sua ombra esiziale anche sull’antica Leopoli (e l’intera Galizia), terra natìa dei nostri Leon, Hersch e Raphael. Sands descrive l'ex ministro della giustizia nazista come dedito soprattutto alla sua carriera giuridica e politica - come macellaio di Cracovia - ma, grazia alla testimonianza di suo figlio, anche come padre assente di una famiglia numerosa, come marito terrorizzato da una moglie dal troppo forte carattere, ed, alla fine, a suggello della sua storia criminale e vita, quale imputato al Processo di Norimberga, dove, in modo diretto o indiretto, si uniscono i tutti i fili degli sforzi, delle preoccupazioni, dei successi ed insuccessi dei due studiosi di diritto di Lemberg.
E cosa ne è dell’antenato di Sands, quel Leon Buchholz che dalla Galizia era passato all’Austria e da lì alla Francia? Come buona parte dei personaggi descritti nel libro, anche la vita sua e dei di lui familiari non correva per linee rette, ma era segnato dai binari morti verso Theresienstadt, Treblinka e Auschwitz, da percorsi tortuosi e labirintici con più di una sorpresa e la consueta serie di incongruenze, buchi neri e punti luminosi.
La strada verso Est ci conduce per ritornare quasi un intero secolo indietro, in un paesaggio politico, culturale e sentimentale dell’Europa, che, galassia scintillante, prima di esser stata spenta, ha investito, quasi esplodendo come una supernova, del suo chiarore parte della nostra civiltà occidentale. Il concetto giuridico del rispetto e della protezione dei singoli individui e delle minoranze, siano esse etniche, culturali, linguistiche e religiose, a cui due figli di quelle terre hanno dedicato la loro vita, è uno di quei raggi di luce che attraversa il profondo buoi del nostro tempo.