La storia del pianeta blu, di Andri Snaer Magnason

Nel pianeta blu i bambini vivono eternamente liberi e felici senza adulti intorno che gli dicano cosa fare o quali regole rispettare, giocano spensierati in mezzo ai boschi, mangiano quando vogliono e ogni anno possono ammirare le farfalle che escono dal letargo e riempiono il cielo di mille colori. Tutto sembra perfetto, fino a quando... giunge sull'isola una misteriosa navicella spaziale con a bordo un certo Gaio Fracasso. L'uomo, una sorta di genio della lampada, si presenta come colui che, oltre a commerciare aspirapolveri spaziali, può avverare i sogni e rendere i bambini felici, ma a quale prezzo? Per la prima volta i bambini iniziano a riflettere sulla vita condotta fino a quel momento, la loro era solo una apparente e monotona felicità? Nel cuore ognuno preservava altri sogni mai espressi? Sembra davvero assurdo rinunciare quindi ad un'opportunità come quella che Gaio Fracasso gli sta sventolando sotto il naso.
Una storia avventurosa e originale, scritta dall'autore del Tempo e l’acqua, che grazie alla sua fantasia affronta uno dei temi più urgenti come quello della salvaguardia del nostro pianeta.
Questa favola per molti aspetti ci ricorda Peter Pan e l'isola che non c'è, la sua eterna giovinezza vissuta in libertà a contatto con la natura ancora incontaminata e selvaggia. La storia però non riconduce solo a questo, sono anche altri gli spunti di riflessione sollevati, grazie soprattutto ai dialoghi fra i protagonisti, come il concetto della vera felicità, l'egoismo dei più forti a discapito di chi è più in difficoltà, la solidarietà, la capacità del perdono anche verso chi ci ha inflitto dolore e la forza della resilienza.