La paura fa... 19!

Un'immagine che solitamente si associa ai film di fantasmi è una vecchia casa decrepita - piccola ma che si dimostrerà eterna da perlustrare -, con le finestre del primo piano e la porta d'ingresso a ricordare volutamente due occhi sbarrati e una bocca famelica, pronta a fare un sol boccone degli sfortunati visitatori. In questo ameno contesto, gli spiriti delle persone che vi abitavano sono costretti a vagare tra quelle mura fino allo scadere della maledizione che incombe sulla loro anima, trascorrendo il tempo a tormentare i nuovi inquilini nella speranza di liberarsene. Questi, ignari delle infauste presenze al momento del rogito, si stabiliscono nella nuova dimora con somma gioia del precedente proprietario, che ha svenduto pur di non averci più niente a che fare. Una volta traslocato fanno di tutto per restare, resistendo con ogni mezzo. Le cose prendono una brutta piega e il finale è quasi sempre tragico per l'una o per l'altra parte.
Ma i film di questo genere possono anche essere divertenti. Perché demoni, spiriti e fantasmi a volte si rivelano più socievoli o imbranati del previsto, perché chi dà loro la caccia è una squadra raffazzonata di geniali quanto impacciati scienziati, perché la presenza infastidisce sì, ma solo a fin di bene. Allora, tutto ciò che nella consuetudine appare terrificante e angoscioso, si trasforma in qualcosa che incuriosisce, sprona alla ricerca e all'avventura, ma soprattutto diverte. Come in questi film, a volte più tetri e gotici, altre volte più esotici e movimentati, altre ancora addirittura romantici; ma sempre e comunque all'insegna della risata. Che per chi non lo sapesse, nella smorfia napoletana, è appunto il 19.