L'autore dedica una serie di monologhi e testi a suo nonno Bepi, combattente nella Prima Guerra Mondiale e a suo padre, che scelse il suo nome quando diventò partigiano nella Seconda Guerra Mondiale. Bepi diviene così il nome del soldato universale, il soldato semplice di tutte le guerre, l'eroe umile e disincantato. Narrato come uno spettacolo teatrale, Pennacchi mette in scena la sua visione della guerra, fatta di episodi, di gesti, di dialoghi concreti, senza generalizzarla e idealizzarla.