La custode dei peccati, di Megan Campisi

Un cibo per ogni peccato

Creato da:
Chiara S.
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Ultimo aggiornamento: 16/12/2022

May condannata a diventare una Mangiapeccati per aver rubato solo un tozzo di pane, ha un collare e la lettera esse tatuata sulla lingua. Nessuno può rivolgerle la parola, né lei potrà aspirare a vivere un’esistenza normale, potrà solo assolvere il compito di cibarsi dei peccati altrui confessati in punto di morte. 

Questa figura è storicamente testimoniata in ambito anglosassone: il SinEater era spesso una persona (anche uomo) ai margini della società che, pur di non morire di fame, accettava di portare il fardello di un’esistenza reietta in cambio di pochi spiccioli. L’origine del Mangiapeccati si perde nelle notte dei tempi, e sembra che l’ultimo SinEater sia stato un tal Richard Munslow (1838 – 1906) attivo in tal ambito più per spirito devozionale che per indigenza, in quanto aveva visto morire quattro dei suoi figli. E’ interessante pensare come alcune culture, prima della diffusione della medicina nei tempi più recenti, si siano organizzate per aiutare coloro che erano in punto di morte affinché il passaggio nell’aldilà fosse il più leggero possibile, affidando a figure esperte il trapasso del proprio caro.

E’ il caso dell’Accabadora in ambito sardo, ovvero della dispensatrice di una morte misericordiosa, una professionista ante litteram dell’eutanasia, chiamata dai familiari del moribondo per porre fine alle sofferenze di una lunga agonia.

SinEater Accabadora appartengono ad un passato ancestrale, sono figure rinnegate dalla stessa società che le invoca, tenendole però ai margini, lontane da ogni contatto sociale forse perché detentrici di segreti e pratiche inconfessabili. Se l’argomento vi ha incuriosito, vi consiglio di leggere anche il romanzo di Michela Murgia “Accabadora”, ma questa è un’altra storia...

Consigliato da
Chiara S.
bibliotecaria

Sono affascinata dalle storie che parlano di donne vissute in un tempo lontano costrette ad affrontare un destino poco amico per non cadere nel baratro della miseria assoluta; se anche voi siete attratte/i da questo genere di narrazione, vi consiglio di leggere “La custode dei peccati” perché sarete letteralmente catapultate/i nell’Inghilterra probabilmente di epoca elisabettiana, (l’autrice non svela con precisione il periodo storico d’ambientazione) dove conoscerete May, una giovane costretta a diventare una Mangiapeccati: ovvero quella figura che in tempi lontani aveva il compito di raccogliere le ultime confessioni dei morenti, e mangiare i cibi corrispondenti ai peccati commessi, assumendo così su di sé le colpe del defunto, e assicurandogli un trapasso verso il Paradiso.
E fin qui ci sarebbe già materia per un lungo romanzo storico, ma l’autrice va oltre e ci immerge in un mistero di corte, tra atmosfere sulfuree, a tratti ripugnanti, e naturalmente colpi di scena che non vi faranno staccare gli occhi dal libro, né spegnere la luce del comodino.

copertina La custode dei peccati

La custode dei peccati

: romanzo / Megan Campisi
Per ogni peccato, un cibo. Per ogni confessione, il silenzio. Ma la verità non si può tacere per se...
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