Ho scelto questo libro innanzitutto perché l’Autore,
Arno Camenish, uno scrittore svizzero nato nel Cantone dei Grigioni, che scrive sia in tedesco che in romancio, appartiene ad un mondo letterario poco conosciuto. In secondo luogo, ero incuriosita dalla storia e dal contesto. Mi aspettavo una narrazione leggera, anche un po' comica, sulle avventure e disavventure dei due e immaginavo un racconto fortemente inserito nell'ambiente montano, con grandi descrizioni di paesaggi e riferimenti alla cultura grigionese.
Sono rimasta invece sorpresa per aver trovato tutt’altro. In questo piccolo libro, leggero nella forma, ho trovato una serie di riflessioni profonde sulla vita, sul tempo, sulle forme dell’amore e sulla fine. L'ambientazione è essenziale, quasi metafisica. I luoghi in cui sono inserite le quarantasette scene (miniature) che compongono il romanzo sono solo accennati. Si percepiscono, più che immaginarli. Si percepisce il fruscio del vento, il bagliore dei raggi del sole, il profumo dell'erba. In secondo piano si intravvedono i personaggi che animano queste scene e danno lo spunto al dialogo ininterrotto dei due protagonisti, che, rivolgendo la mente al passato, rivivono la loro vita.
Lui con il pensiero sempre presente della fine e lei, invece, con un forte desiderio di vita, di un futuro tutto da progettare e da sperimentare insieme.
Ciò che emoziona di questa storia è l’equilibrio tra gli opposti sentimenti espressi dai protagonisti. La cura cui allude il titolo è quindi il prendersi cura di sé, esserci, per prendersi cura degli altri, accettando la propria limitatezza.
Un libro da leggere e rileggere.