Quando si parla di Stephen King, credo che l’autore citato non abbia bisogno di grandi presentazioni. È considerato uno dei più proficui e duraturi autori nella storia della letteratura americana, se non mondiale. Basti citare capolavori come Shining, It, Misery, l’ombra dello scorpione e non mi soffermo tanto sull’elenco perché sarebbe lunghissimo. Voglio però parlare di L’uomo vestito di nero, che a mio parere è un piccolo gioiello nella produzione di colui il quale viene considerato il maestro dell’horror. Un racconto, quindi una produzione che si allontana molto dai titoli citati sopra che sono “mattoni” dalle 800 alle 1200 pagine. Ma il lettore non si lasci ingannare dal volume ridotto del libro, perché questo racconto racchiude tutta la poetica di King in circa 80 pagine. Devo dire che mi sono sempre approcciata a King con romanzi lunghi e con minuziose descrizioni, qui ovviamente per le caratteristiche di definizione di racconto non è possibile. Chiuso questo piccolo volume, ricordo che mi lasciò comunque un senso di “meraviglia” alla King. Perchè dico “meraviglia” alla King? Perchè nonostante lo lessi in due ore, ricordo che mi feci prendere per mano da ogni singola parola dell’autore e quasi trasportata anch’io vicino al torrente con il piccolo Gary. Insomma mi sembrava di avere davanti ai miei occhi l’uomo vestito di nero, e la vista non era tanto piacevole. Ricordo quel senso di ansia per il piccolo Gary, tutto solo davanti a che cosa? Forse ad un mostro? Per scoprirlo bisogna leggerlo, perché a mio parere le mie parole non potranno mai dare giustizia alla bellezza, sebbene un po' inquietante, di questo racconto. L’unico modo è leggerlo. Giovedì 21 settembre Stephen King ha compiuto 76 anni, l’autore non sta minimamente pensando di ritirarsi. Questo mio consigliato vuole essere anche una sorta di omaggio ad uno dei miei autori preferiti, in questo genere l’unico per me.