Le scelte di scrivere storie vere romanzandole sono sempre discutibili per l'arbitrarietà delle parole utilizzate dai personaggi, per le scenari più o meno immaginati, per la pretesa di esternare emozioni e pensieri interiori dalla dubbia veridicità. Negli articoli di giornale vengono o dovrebbero venir esposti "solo" i fatti, anche se sappiamo bene che anche il modo di esporre i fatti può essere tendenzioso. Figuriamoci poi scrivere un romanzo ricamando dialoghi ed espressioni non espressamente dichiarate. Eppure, nonostante le critiche a cui possono essere soggetti, gli autori come Gianluca Barbera hanno il merito di riportare alla memoria fatti reali, analizzandoli dopo un'attenta documentazione ed esponendoli al lettore senza l'impegno del saggio, ma anzi catturando l'attenzione con una narrazione avvincente quanto la storia raccontata. Quando morì Gardini ero adolescente e ricordo lo scalpore provocato dalla sua morte. Della vicenda ne parlavano non solo al telegiornale ma anche le persone comuni e anche se ero troppo giovane e poco interessata ai fatti poco limpidi che ruotavano attorno agli scandali di Tangentopoli, ricordo che la figura di Raul Gardini mi incuriosì. Forse perché si richiamava la leggenda di Ca' Dario, forse perché era legato alle imprese nautiche del Moro di Venezia e quindi, pur essendo di Ravenna, era in qualche modo legato al territorio veneziano. Ritrovare oggi un libro su di lui e sulla sua morte ha riacceso la mia curiosità e la voglia di saperne di più su quanto stava accadendo in quegl'anni.