Guns, di Stephen King

L'ennesimo pluriomicidio in una scuola americana richiama alla memoria il libro scritto da Stephen King nel 2012. Nel suo libro Guns, il maestro del thriller lascia da parte la sua immaginazione perché la realtà è ben più terribile. Il libro è stato scritto infatti poco dopo la strage compiuta da un ragazzo di vent'anni che sparando con un fucile d'assalto ha ucciso 27 persone tra cui 20 bambini tra i 6 e i 7 anni. Dalle parole di King emerge tutto lo sdegno, la frustrazione e la rabbia per non riuscire a vedere un cambiamento nella politica delle armi.
Nel primo capitolo viene inizialmente denunciata la reazione giornalistica in cui tutto sembra una caccia allo scoop e i numeri delle vittime servono solo ad aumentare gli ascolti, riportando poi come puntualmente la tv proponga dibattiti tra chi è contro e chi è a favore delle armi e pensa che la colpa non sia dell'arma in sé ma della società violenta. Poi con la prossima notizia la questione perde importanza fino a quando, come profetizza l'autore, non succede nuovamente e si ricomincia. Nei capitoli successivi viene analizzata la catena di violenza che lega la fornitura delle armi all'esecuzione del crimine e di come si potrebbe limitare l'accesso alle armi e del necessario inasprimento delle pene. 
Un libro più che mai attuale perché nonostante l'orrore e il dolore provato dall'intera nazione, in questi anni le stragi si sono succedute fino ad arrivare a quella operata pochi giorni fa.