Garrincha, di Antonio Ferrara

Questo libro racconta la storia a fumetti di Manoel Francisco dos Santos (1933-1983), in arte Garrincha, “l’angelo dalle gambe storte”. Tutti lo chiamavano così da quando all’età di quattro anni sua sorella gli disse che era così piccolo da assomigliare ad un passero. A causa della poliomielite che lo rese quasi invalido si trovò ad affrontare non poche difficoltà. All’età di quattordici anni lasciò la scuola e andò a lavorare in una fabbrica tessile che aveva anche una squadra di calcio nella quale Garrincha cominciò a giocare, lo  “Sport club Pau Grande”. 

Grazie alla sua passione per il calcio, alla sua determinazione e ai suoi dribbling, cominciarono a notare il suo talento. In seguito fu acquistato dal Botafogo e cominciò ad essere pagato come giocatore, per finire poi nel 58’ a vincere i mondiali con la nazionale. Garrincha si affermò come calciatore, si sposò due volte ed ebbe anche altre compagne e molti figli. I soldi però non gli interessarono e non li seppe gestire e sicuramente ci fu chi ne approfittò della sua ingenuità. In età matura fu operato ad un ginocchio e da quel momento gli fu sempre più difficile giocare. Esaurì la sua vita fra l’alcool e il degrado ma rimase nella storia come il secondo più grande calciatore Brasiliano dopo Pelè.

Grazie alla lettura di questo graphic novel abbiamo la possibilità di conoscere la storia di questo grande personaggio sicuramente poco noto fra i più giovani. Un fantastico fumetto narrato in prima persona, dal linguaggio umile e semplice, illustrato con i soli colori blu e ocra. Un ritratto di un uomo rimasto bambino che con le sue prodezze ha fatto gioire tutto il suo popolo.

 

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