L’autrice riesce, con maestria, a indossare gli occhi di una dodicenne, caparbia, intelligente e determinata che, nonostante i limiti esperienziali dovuti all’età, ci offre sguardi e riflessioni forti su tanti aspetti e la visione di un mondo adulto a volte incomprensibile e pieno di contraddizioni; emerge quell’atteggiamento che tende a perseverare nel proteggere i figli da certe verità, convinti che loro non sentano o non vedano e che, comunque, sia sempre la scelta migliore. Il tema importante della comunicazione fra adulti e ragazzi viene affrontato ampiamente.
“Un amico? Io non odio Suzanne, ma non riesco a farmela piacere. E’ il genere di persona che pensa che siccome sono giovane non ho modo di distinguere cosa è vero e cosa non lo è. Io la vedo molto meglio di quanto lei veda me, forse anche meglio di come vede se stessa.”
E’ una storia che ci tiene sempre sul filo, che non ci mostra mai abbastanza, che offre sempre nuove sfumature e lascia aperta la porta delle possibilità. E’ sicuramente un romanzo appassionante per chi ama il giallo, le indagini e i segreti, ma aspettatevi anche molto altro.