Eduardo Hughes Galeano è nato nel 1984. Da giovane Galeano fece svariati lavori: operaio, pittore di insegne, messaggero, dattilografo, cassiere di banca. All'età di 14 anni vendette il suo primo fumetto politico al settimanale del Partito Socialista dell'Uruguay, El Sol.
Cominciò la carriera di giornalista all'inizio degli anni sessanta come direttore di Marcha, un influente settimanale a cui collaboravano Mario Vargas Llosa, Mario Benedetti, Manuel Maldonado Denis e Roberto Fernández Retamar. Per due anni diresse il quotidiano Época e lavorò come redattore capo di una University Press. Nel 1973, con un colpo di Stato i militari presero il potere in Uruguay; Galeano fu imprigionato e successivamente costretto a fuggire. Si stabilì in Argentina dove fondò la rivista culturale Crisis.
Nel 1976, quando il regime di Videla prese il potere in Argentina con un sanguinoso colpo di Stato, il suo nome fu aggiunto alla lista dei condannati dagli "squadroni della morte"; fuggì nuovamente questa volta in Spagna, dove scrisse la famosa trilogia Memoria del fuoco (Memoria del Fuego). All'inizio del 1985 Galeano tornò a Montevideo dove ha vissuto fino alla fine dei suoi giorni.Muore il 13 aprile 2015 all'età di 74 anni a seguito di un tumore del polmone.
Opere:
Le vene aperte dell'America Latina è un'opera di accusa dello sfruttamento dell'America Latina da parte di poteri stranieri a partire dal XV secolo ai giorni nostri.
Memoria del fuoco è un racconto in tre parti della storia dell'America del Nord e del Sud. I personaggi sono figure storiche: generali, artisti, rivoluzionari, lavoratori, conquistatori e conquistati che vengono ritratti in brevi episodi che riflettono la storia coloniale del continente. Per Memoria del fuoco, Galeano fu paragonato dai critici letterari a John Dos Passos e a Gabriel García Márquez.
Galeano è anche stato un appassionato tifoso di calcio: Splendori e miserie del gioco del calcio (1997) è un'analisi della storia di questo sport. Galeano lo paragona a una recita teatrale e a una guerra; critica il patto scellerato con le multinazionali e attacca gli intellettuali di sinistra che rifiutano, per ragioni ideologiche, il gioco e il suo fascino nei confronti delle masse.
(Fonte: Wikipedia)
Galeano dixit [fonte: Wikiquote]
Ci sono alcuni paesi e villaggi del Brasile che non hanno una chiesa, ma non ne esiste neanche uno senza un campo di calcio.[1]
Come tutti gli uruguagi, avrei voluto essere un calciatore. Giocavo benissimo, ero un fenomeno, ma soltanto di notte, mentre dormivo; durante il giorno ero il peggior scarpone che sia comparso nei campetti del mio paese.[1]
Dopo quattro anni [come fattorino in banca] capii che non faceva per me. Lì appresi che i principali rapinatori di banche sono i banchieri stessi ma nessun allarme suona mai per loro.[2]
Il colombiano Carlos Valderrama ha i piedi storti, e la stortura gli serve per nascondere meglio il pallone.[3]
La giustizia e la libertà si odieranno fra loro in eterno.[4]
Penso che la grande tragedia del secolo scorso sia stata il divorzio tra libertà e giustizia. Una parte del mondo ha sacrificato la libertà in nome della giustizia, e l'altra parte ha fatto l'opposto. La migliore eredità di Rosa sta nell'idea che libertà e giustizia siano due fratelli siamesi. Ricucire quel legame rappresenta la grande sfida di questo nuovo secolo.[2]
Più che mangiare, siamo mangiati dal cibo che ci impongono.[5]
RICORDARE: Dal latino re-cordis, ripassare dalle parti del cuore.[4]
«Sarti; Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi; Jair, Mazzola, Milani (Peiró, Domenghini), Suárez, Corso. Allenatore: Herrera.» Quale altra formazione, a distanza di tanti lustri, è impressa più di questa nella memoria di ogni tifoso, anche non nerazzurro?[1]
Note
1) Da Splendori e miserie del gioco del calcio, traduzione di Pier Paolo Marchetti, Sperling & Kupfer Editori.
2) Dall'intervista di Sebastiano Triulzi su Repubblica del 29 gennaio 2012.
3) Da El fútbol a sol y sombra, Siglo ventiuno editores, Madrid, 2000, 4a ed., p. 185. ISBN 968-23-1971-4
4) Da Il libro degli abbracci, traduzione di Gianfranco Ciabatti, Sansoni, 1992.
5) Citato in Lorenzo Guadagnucci, Restiamo animali, Terre di mezzo, Milano, 2012, p. 15. ISBN 978-88-6189-224-
Vedi sotto quali libri di Eduardo Galeano puoi trovare nelle biblioteche di Mira e Oriago