Cris, di Manuela Salvi

Il suo vero nome non è Cris ma Lorenzo; in quello vecchio però non riesce ad identificarsi e da quando è fuggito preferisce non usarlo. Durante la sua vecchia vita, quella insieme ai genitori e alla sorella minore, è sempre stato quello brillante in tutto, intelligente e ligio alle regole, i suoi hanno sempre nutrito grande aspettative nei suoi confronti, ma Lorenzo ad un certo punto si è reso conto che la sua vita non gli calzava più; il senso di soffocamento è diventato sempre più opprimente e ha maturato la sensazione che gli altri avessero sempre deciso per lui, che la sua vita fosse fatta di giornate sempre uguali e già programmate da altri. Così, durante il tragitto verso le vacanze in montagna, sempre nella stessa casetta che affittano tutti gli anni, scende con la famiglia al primo autogrill a ponte e senza pensarci troppo, coglie l'occasione al balzo, va in bagno, ma appena fuori dalla portata dei genitori esce e si dirige nella direzione opposta, entra nel parcheggio e si nasconde all'interno di un piccolo motoscafo trainato da un camion. Non ha idea di dove il camion lo porterà, di cosa ne sarà di lui, porta con se solo lo zaino con dentro il pc e qualche altro oggetto, non ci pensa due volte a liberarsi del telefono quando comincia a suonare e vede sulla schermata il numero della madre. Dovrà imparare molto velocemente ad arrangiarsi e ad improvvisare con quello che ha, in un susseguirsi di imprevisti, guai e incontri fortunati. Un romanzo vero e audace che parla di scelte, di coraggio, di libertà, di voglia di scoprire il mondo e di trovare la propria strada, ma anche di trasgressione, di abuso di sostanze e di prostituzione. Ci mostra tutta l'incoscienza e l'entusiasmo elevati all'ennesima potenza che spesso solo durante l'adolescenza spingono a sconfinare senza dare troppo peso alle conseguenze.