City of God – mistero quale fu il motivo del titolo inglese? – quindi Cidade de Deus è un film brasiliano del 2004 che ebbe numerosi apprezzamenti e che tratta, ispirato in questo dall’omonimo romanzo di Paulo Lins, degli tragici eventi della favela ad ovest di Rio de Janeiro. L’auspicata “Città di Dio” istituita negli anni ’60 per ospitare i rifugiati del Nordeste brasiliano si trasforma con l’arrivo della droga, dopo la caduta delle illusioni e la fine della prima generazione di maldestri ladruncoli, in uno dei conglomerati più violenti della città sotto il Pan di Zucchero. Protagonisti e testimoni di questa trasformazione ne sono Dadinho, alias Zé Pequeno, e Buscapé, uniti e opposti nello stesso tempo dall’essere figli di questa terra di nessuno.
Dadinho/Zé Pequeno (Ricciolino) lo incontriamo ragazzino gettato in mezzo alla favela, proveniente non si sa da dove, privo di coordinate parentali, con relazioni amicali inesistenti se si esclude quella con il coetaneo e futuro braccio destro Bené. Dietro il viso allegro e puerile di Ricciolino si nasconde invece già l’ossessione per la violenza ed il potere. Si rivela essere un piccolo automa con pulsioni istintive di distruzione spesso sproporzionate e irrelate al raggiungimento dello stesso scopo delittuoso. Dal punto di vista relazionale, sempre esclusa l’amicizia con Bené, Zé Pequeno è un disadattato, reso incapace dalla violenza di rapportarsi con qualcun altro se non in termini di sopraffazione e sottomissione. È un isolato e questo suo isolamento gli sarà fatale.
Buscapé cresce insieme a Zé Pequeno nella stessa favela. Malgrado la stessa estrazione e il precoce confronto con la violenza egli resta sostanzialmente estraneo all’attività dei gruppi malavitosi, pur continuando a coabitare e a relazionarsi con loro. È una specie di inviato sul posto, un osservatore del mondo di fuori – quello dei bianchi che si affacciano al mondo della favela soltanto per comprare la cocaina. La sua vocazione e passione per la fotografia gli procurerà un posto nella redazione di un giornale locale per il quale potrà documentare attraverso la fotocamera la metamorfosi della vita nella Cidade de Deus da “Purgatorio che era, in Inferno”.
Il regista Fernando Mereilles scelse per maggiore autenticità, il suo cast cinematografico tra adolescenti provenienti dalle stesse favelas. Le scene della pellicola sono prevalentemente frutto di una recitazione improvvisata. Gli avvenimenti, oltre che dal libro di Lins, sono tratti dalla realtà dei sobborghi carioca.
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