Molti potrebbero etichettare questo libro, senza nemmeno aprirlo, come fumetto e quindi poco serio e adatto solo ai ragazzini. Ma in una situazione così complessa e di difficile risoluzione come quella del conflitto israeliano-palestinese, questo graphic novel può essere un punto di partenza per iniziare a chiarirsi le idee. Anche in questi giorni si torna a parlare di questa guerra che sembra infinita, così distante per le fazioni in gioco eppure così vicina a noi. Una guerra che purtroppo ci siamo quasi rassegnati di sentire al telegiornale. Attraverso una protagonista che dovrebbe essere super partes e straniera, Sarah una graphic novel americana di origini ebraiche, ossia sé stessa, l'autrice cerca di far chiarezza rimanendo neutrale o meglio modificando il suo pensiero iniziale e facendo capire che non c'è un buono e un cattivo ma che ognuno ha le sue ragioni che scardinano gli stereotipi che si possono avere. Il fumetto non pretende di fornire risposte ma anzi formula nuovi interrogativi che Sarah si pone nel suo viaggio. La visione personale della protagonista e il suo conflitto interiore alla fine della storia ci lascia forse perplessi e non ci mette nella condizione di prendere posizione.
Le questioni e i dubbi che emergono non riguardano solamente le problematiche politiche ma coinvolgono anche il difficile dualismo tra tradizionalismo religioso e visione progressista. La visione personale di Sarah e il suo conflitto interiore ma ha il pregio di lasciarci la curiosità di approfondire l'argomento e saperne di più, e non è cosa da poco.