Sud della Spagna, presubimilmente Andalusia, inizio del Novecento.
Carmen è una bellissima bambina, il cui padre è Antonio Villalta, uno dei più famosi toreri della Spagna. Dopo uno sfortunato incidente, il padre è su una sedia a rotelle ed è accudito da Encarna, un'ambiziosa e falsa infermiera. La donna riesce a sposare il ricco uomo e tratta la bambina con sadico dispotismo. Fortunatamente Carmen ha degli "angeli custodi" che vegliano continuamente su di lei: la nonna, ballerina di flamenco, la quale le insegna la danza e il padre che le insegnerà l'arte della tauromachia. Alla morte dell'amato genitore, Carmen, ormai adolescente, scappa dalla rabbia della matrigna e si rifugia presso una compagnia di toreri nani. Grazie ai loro insegnamenti diviene un torero di grande fama, assumendo il nome di Blancanieves. La ragazza trionfa nell'arena della città natale, suscitando l'odio della matrigna, che assiste alla corrida.
"Blancanieves" è una rivisitazione della famosa favola dei Grimm nell'ambientazione tipica degli españoladas, cioè quell'immagine "canonica" e "romantica" di rappresentare la Spagna, come un Paese di toreri, zingari, ballerine di flamenco, ecc., che risale al XIV secolo. Il film è realizzato completamente muto, i dialoghi dei protagonisti sono riassunti nelle didascalie, e in vivido bianco e nero. Questo per ottenere una maggiore rappresentazione eterodossa della favola. Un'ulteriore caratteristica del film è la forte espressività dei protagonisti, accompagnate da note romanze e brani di flamenco.
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